Stefano, speranze appese a un filo
Il papà: «Aspetto la sua telefonata»

Stefano, speranze appese a un filo Il papà: «Aspetto la sua telefonata»
di Petronilla Carillo
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Lunedì 23 Gennaio 2017, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 12:55

«Non voglio parlare con nessuno...Voglio tenere il telefono libero...Sto aspettando mio figlio...». Alessio Feniello è a casa sua a Silvi Marina, insieme alla moglie e ad altri familiari. A rispondere al cellulare, in un primo momento è la cognata, la sorella di Maria, sua moglie. La rabbia si alterna alla speranza, l’ottimismo al pessimismo. 
Dopo gli sfoghi delle ultime ore, Alessio e la sua famiglia hanno deciso di chiudersi nel silenzio. Quel silenzio che cadenza un’attesa che minuto dopo minuto si fa sempre più pesante. E non potrebbe essere altrimenti. Venerdì sera gli avevano comunicato che Stefano era tra le cinque persone intrappolate vive e che stavano per essere estratte dalle macerie del Rigopiano. Sabato quelle stesse Istituzioni che avevano riacceso nei loro cuori la speranza non hanno saputo (o non hanno voluto) dare loro risposte. «Nessuna notizia - aveva commentato nella nottata di sabato - ci dicono che dobbiamo aspettare. Avevamo guardato troppo avanti con la speranza ma eravamo stati indotti a farlo, dopo quello che ci avevano detto venerdì sera». 

A dare loro, in un primo momento, la notizia che Stefano e Francesca erano vivi erano stati il governatore dell’Abruzzo giunto sul posto insieme al questore e al prefetto di Pescara. Poi dopo un’attesa di oltre dodici ore, sperando di rivedere il proprio figlio in tutte le ambulanze che arrivavano all’ospedale di Pescara, la visita del viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, le «scuse» per l’errore e il cambio di versione: «Non credete a ciò che dicono i media...le notizie ve le daremo noi personalmente». 

«Mi hanno illuso, mi hanno illuso», ha ripetuto Alessio Feniello prima di decidere di andare via dalla struttura ospedaliera e di attendere a casa notizie di Stefano. Sì perché, nonostante l’angoscia, la speranza per i genitori di Stefano è sempre viva. 
 


Francesca Bronzi, la fidanzata del 28enne di origine salernitana, continua a chiedere di lui. È stata proprio lei, con le sue domande e il suo straziante racconto di quei momenti, ad insinuare il dubbio che Stefano possa non avercela fatta. È stata lei a raccontare che si tenevano per mano, impauriti, quando poi ci sarebbe stato il crollo di una trave dal soffitto e le loro mani si sono staccate. Da quel momento Francesca ha perso tutti i contatti con il loro Stefano.
Era stata lei a regalare al fidanzato quel soggiorno in quello che, per tutti, era considerato un piccolo angolo di paradiso. Volevano festeggiare il 28esimo compleanno di Stefano ma anche il loro quinto anniversario insieme. Cinque lunghi anni di vita insieme testimoniata anche dalle tante foto scattate e pubblicate sui loro profili facebook. Insieme viaggiavano, trascorrevano il tempo libero, stavano sempre insieme. Stefano era solito chiamarla «moooore». Insieme si divertivano a fare scatti di smorfie e selfie. E, forse, stavano programmando anche di mettere su famiglia. 

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