«Io e Samuel abbiamo coccolato Ludovica:
lei era la più piccola, noi i suoi cavalieri»

«Io e Samuel abbiamo coccolato Ludovica: lei era la più piccola, noi i suoi cavalieri»
di ​Paolo Vercesi
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Lunedì 23 Gennaio 2017, 08:44

Pescara. «Mi trovavo in una stanza con altri due bambini e per tutto il tempo ho sentito la voce di una donna che piangeva e gridava aiuto. In quei momenti, però, io ho pensato alla mia mamma». Edoardo Di Carlo, 10 anni, svela poco per volta frammenti di memoria della terribile esperienza vissuta per due giorni sotto la neve e le macerie dell’hotel Rigopiano. Ricordi che nessuno gli sollecita, al contrario i parenti che lo assistono cercano di distrarre il bambino in ogni modo senza mai parlare del dramma, ma che è lui stesso a tirar fuori uno ad uno con i suoi parenti più stretti, come fosse una terapia.

Il bambino non sa ancora di aver perso entrambi i genitori, Nadia e Sebastiano. Nessuno gliel’ha detto che è diventato orfano. Ci sarà modo e tempo per farlo con le dovute maniere. Adesso il piccolo va aiutato a riprendersi dal trauma psicologico e la miglior cura - oltre alla vicinanza della famiglia - è il gioco.

Lasciato il letto della Rianimazione, da ieri Edoardo si diverte in compagnia di Samuel Di Michelangelo - altro piccolo sopravvissuto e che non ha ancora notizie dei genitori - in una stanza del reparto di Pediatria dell’ospedale Santo Spirito di Pescara. Appare felice e sereno, Edoardo. Addirittura ride e scherza con la zia Laila, che non lo molla un secondo, e con i suoi fratelloni, Piergiovanni e Riccardo, che in questi giorni lo hanno riempito di affetto e di giocattoli. «I due bambini hanno fatto amicizia e sono inseparabili, vederli sorridere e vivere momenti di spensieratezza ci riempie il cuore di gioia» raccontano i parenti.
 


Quando mercoledì pomeriggio la valanga si è abbattuta sull’albergo, annunciata da ripetute scosse di terremoto, Edoardo, Samuel e Ludovica si trovavano nella sala del biliardo, giocavano tranquilli e si dividevano le confezioni di Nutella ritrovate e fotografate dai soccorritori in quella stanza rivoltata ma tutto sommato integra.

La signora che Edoardo sentiva gridare aiuto nella stanza accanto era Adriana Vranceanu, la mamma di Gianfilippo e Ludovica, moglie di Giampiero Parete, uscita sana e salva con tutta la sua famiglia dall’incubo. «Il piccolo Gianfilippo era rimasto con la mamma, Ludovica invece era nella stanza con noi. Quando ci siamo ritrovati soli e al buio io e Samuel l’abbiamo coccolata e tenuta in braccio a turno, tutti insieme abbiamo anche pregato», ha raccontato ancora Edoardo alla zia Laila che dice orgogliosa: «Edoardo è un bimbo eccezionale, uno scugnizzo dotato di grande sensibilità - racconta sorridendo -. Ci ha riferito delle cose, cioè di situazioni avvenute là sotto, che ci hanno fatto sorridere e commuovere».

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