Campotosto come il Vajont:
quell'incubo diga su tre Comuni

Campotosto come il Vajont: quell'incubo diga su tre Comuni
di Francesco Pacifico
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Lunedì 23 Gennaio 2017, 08:39

A fine serata Luciano D’Alfonso prova a mantenere le calma. Qualche ora prima Sergio Bertolucci, fisico di fama mondiale (è stato direttore della ricerca al Cern di Ginevra) e presidente della commissione Grandi rischi, ha fatto sapere davanti alle telecamere del Tg3 che la diga sul lago di Campotosto rischia con un nuovo sisma di fare la fine del Vajont. Salvo poi smentire la cosa, come del resto ha fatto il gestore dell’invaso (l’Enel), una volta scoppiato il panico tra le popolazioni che vivono accanto al secondo bacino europeo.

Un’uscita che il governatore dell’Abruzzo non ha gradito affatto. Anche perché nel 2009 si è scoperto che nel 1940 la diga è stata costruita su una faglia sismica. «Non ci sono rischi, non c’è un pericolo imminente. Ma da ufficiale pubblico», spiega D’Alfonso, «io sono tenuto a prendere tutto sul serio. E prendo sul serio il primo comunicato della commissione Grande rischi, la rettifica fatta dal presidente Bertolucci. Però quando saremo usciti da quest’emergenza, voglio che si faccia piena luce su tutte le parole e soprattutto su alcuni aggettivi usati da lui».
Da giorni quest’area montana dell’Aquilano è bloccata dalla neve: le strade sono impercorribili e i soccorritori fanno fatica a raggiungere nelle frazioni più isolate alcune famiglie rimaste senz’acqua e cibo o alcuni allevamenti. Senza contare che qui da oltre sei anni si vive sull’allarme del bacino costruito su una faglia sismica. E lo spettro si era materializzato dopo che il sindaco di Campotosto, Luigi Cannavicci, aveva raccontato che un costone rischia di staccarsi dal monte che si trova sopra la frazione di Ortolano, a mille metri d’altezza. Poi, dopo le parole di Bertolucci, si è passati dal panico all’isteria, con i sindaci che hanno chiesto una tecnostruttura per ospitare gli abitanti delle frazioni, che invece sarebbe «bloccata per alcuni cavilli tecnici». Se non bastasse, soltanto i comuni della zona hanno chiuso le scuole, ma lo stesso ha fatto nel rietino il primo cittadino di Leonessa.

In questo clima, mentre ci s’interroga sulla celerità dei soccorsi al hotel di Rigopiano e, più in generale, sulla tenuta della Protezione civile nel Paese, le parole del presidente della commissione Grandi rischi gettano ulteriore benzina sulle polemiche che hanno seguito la nuova scossa ultimo sisma in centro Italia. Anche perché il paragone con il Vajont, dove ci furono oltre 1.900 morti, non è così peregrino: il lago di Campotosto, in un’area dove risiedono oltre 700 persone su tre comuni, è il secondo invaso in Europa con il suo bacino da 300 milioni di litri, è stato costruito a 1.313 metri d’altezza, ha una profondità di 35 metri e i sue tre sbarramenti (la diga di Poggio Cancelli a nord-ovest, quella di Sella Pedicate a sud, quella di Rio Fucino) sono state rispettivamente realizzate in terra battuta, in terra battuta con ferro e cemento, in calcestruzzo e ferro. Proprio quella di Rio Fucino, alta 44 metri, è vicinissima alla faglia sismica dei Monti della Laga, profonda una quindicina di chilometri e lunga una trentina, che finora non ha subito movimenti, ma che se registrasse delle tensioni – i sismologi la considerano attiva – potrebbe creare un terremoto capace di arrivare fino a 7 gradi della scala Richter.

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