Jagermeister, come e dove nasce il terzo amaro più amato in Italia: dalla ricetta alle 56 erbe ai nuovi usi miscelati

Venerdì 19 Aprile 2024, 12:38 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 14:41

Perché c'è un cervo con la croce nell'etichetta

Lo chiamò Jägermeister, letteralmente “amaro del cacciatore”. Risalgono a questi anni scelte che non verranno mai più messe in discussione: dalla bottiglia rettangolare a prova di caduta, verde e spessa, all'iconica etichetta che reca una poesia e l'immagine di un cervo con la croce in mezzo alle corna.

L'animale sarebbe il simbolo di Sant'Uberto, la leggenda recita che fosse un bracconiere spietato e spericolato e che un Venerdì santo si pentì e diventò il patrono dei cacciatori dopo aver assistito all'apparizione di una enorme croce luminosa in mezzo alle corna di un cervo che stava per uccidere. Oggi l'Hubertus circle è un club esclusivo di Jagermeister dedicato alla formazione dei bartender. Fatto sta che in quel momento nasce l'amaro che è ancora quello che beviamo oggi e che e che è diventato un classico, anche in Italia (terra di amari) amatissimo, specie nel Sud Italia, da più di cinquant'anni. Merito di una penetrazione pionieristica nel mercato nostrano e anche di intuizioni che ne hanno moltiplicano la visibilità e la riconoscibilità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA