Stavano rientrando a casa dopo aver trascorso la giornata sulle spiagge del lago di Nemi, comune alle porte della Capitale. Ma il pomeriggio di risate e calci al pallone è diventato un incubo per la compagnia di ragazzi quando uno di loro si è staccato dal gruppo e si è arrampicato tentando di raggiungere il punto più alto del sentiero, uno strapiombo che affaccia sullo specchio d'acqua. Arrivato quasi in cima, ha fatto leva sul ramo di un albero che ha ceduto e per Fabrizio Procaccini, 14enne di Ariccia comune alle porte della Capitale, non c'è stato più nulla da fare. È precipitato sulla prima sulla roccia scivolando poi per 40 metri contro tronchi e la fitta vegetazione. A chiamare i soccorsi sono stati i suoi amici che hanno assistito al drammatico incidente. L'allarme è scattato ieri intorno alle 19 in via Perino, la strada interna chiusa nel 2014 per il pericolo smottamenti, che collega il lago di Nemi a Genzano. Sul posto sono intervenuti i vigili del Fuoco di Velletri e Nemi, gli agenti della polizia Locale e carabinieri di Genzano. I soccorritori sono stati costretti a lasciare i mezzi di soccorso a circa un chilometro di distanza dal luogo dell'incidente. I pompieri dopo diversi minuti sono riusciti a trovare il corpo del 14enne, hanno agganciato alle corde di salvataggio il medico del 118 e l'infermiere. Una volta raggiunto il ragazzo, scivolato alla fine del dirupo, hanno tentato di rianimarlo ma le ferite riportare erano troppo profonde. Il corpo ormai senza vita è stato trasferito in serata alla camera mortuaria dell'ospedale dei Castelli.
«DOV'È FABRIZIO?»
«Dov'è il mio Fabrizio, dov'è?» grida disperato papà Davide corso in via Perino nel luogo dell'incidente. «Sono sicuro che è vivo, che sta bene» dice tra i singhiozzi. Chiede ai soccorritori notizie del ragazzo ma i pompieri non lo hanno ancora trovato. Sono ancora le 19,30 quando capisce che il ragazzino è precipitato nello strapiombo, e con i soccorritori impegnati nelle operazioni di recupero, tenta di raggiungere il figlioletto dall'altra parte della strada. Ma proprio mentre sta per raggiungere il lago passando attraverso Genzano, arriva la drammatica notizia della morte del 14enne che spegne ogni speranza della famiglia: alle 20 i soccorritori sospendono la rianimazione.Il corpo viene subito trasferito nella camera mortuaria dell'ospedale. Intanto i carabinieri ascoltano uno dopo l'altro gli amici. Sono in otto, tutti giovanissimi i 14 e i 16 anni. Sconvolti, spaventati. Anche i loro genitori sono arrivati sul posto per confortarli di quanto appena avvenuto. Quindi la ricostruzione del pomeriggio finito in tragedia: il gruppo ha trascorso la giornata sulla spiaggia della Fiocina e stavano tornando verso casa, a Genzano, attraverso il sentiero chiuso per motivi di sicurezza dall'amministrazione locale ormai dieci anni fa. Un passaggio che nonostante i divieti viene comunque utilizzato per raggiungere le spiagge del lago. Poi la tragedia e i ragazzi attoniti raccontano l'incubo.