Roma, rapina choc a Termini: turista ferito a coltellate. Era intervenuto in difesa di
un’amica aggredita davanti alla metro

Poco prima in via Gioberti una suora minacciata con una spranga e derubata

Rapina choc a Termini: turista ferito a coltellate. Era intervenuto in difesa di un’amica aggredita davanti alla metro
di Flaminia Savelli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 24 Aprile 2024, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 15:03

Escalation di violenze alle stazioni della metro: in poche ore tre passeggeri sono stati aggrediti e derubati tra le stazioni Termini e San Giovanni. Il primo allarme ieri mattina è scattato alla stazione Termini: in via Gioberti una suora, straniera di origini cingalesi di 49 anni, è stata aggredita e minacciata con una spranga di ferro da un malvivente che voleva il suo portafoglio. L’uomo ha tentato di derubarla sotto la minaccia dell’arma ma la scena è stata notata da alcuni poliziotti del commissariato Viminale. In pochi istanti, gli agenti che hanno circondato il bandito, di 40 anni, lo hanno fermato e arrestato. «Stavo camminando quando mi ha sorpreso alle spalle» ha poi riferito ancora sconvolta la vittima: «Mi ha minacciato con la spranga, continuava a chiedermi il portafogli».

Poco dopo un’altra richiesta di soccorso in via Amendola dove un turista americano ha riconosciuto il bandito che poco prima aveva rubato il cellulare della sua amica tedesca alla stazione della metro.

Lo ha notato mentre si aggirava nei pressi dell’albergo dove alloggiava con l’amica, riconoscendo il cellulare della ragazza. A quel punto il turista ha affrontato il presunto ladro, tentando di recuperare il telefono. Il malvivente però ha reagito, ha estratto il coltello e lo ha ferito. A notare la scena è stato un ispettore fuori servizio del commissariato Viminale. Il poliziotto è subito intervenuto bloccando l’aggressore che è stato arrestato, e soccorrendo il giovane americano.

Roma, pestano un rider e gli rubano la bici elettrica: presa baby gang

RAGAZZE NEL MIRINO

Nel pomeriggio invece ancora in via Amendola, nel mirino di una banda di rapinatori è finita una 21enne straniera di origini lituane. I banditi l’hanno avvicinata con la scusa di chiederle l’ora. Neanche il tempo di rispondere alla domanda che l’hanno spinta a terra per strapparle il telefono. La giovane non si è arresa affrontando i due banditi e riuscendo a riprendere il cellulare. A quel punto però, i malviventi, le si sono scagliati contro con violenza fino e sono fuggiti. La vittima ha quindi chiamato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato Viminale che hanno avviato una fitta rete di ricerche. I poliziotti, grazie alla descrizione fornita dalla 21enne, li hanno rintracciati poco dopo: le manette sono scattate per un italiano di 45 anni e uno straniero di origini tunisine di 47 anni. Ulteriori accertamenti sui due rapinatori sono ancora in corso. Il sospetto degli investigatori è che la banda abbia messo a segno altri colpi nella zona.

IL REGOLAMENTO DI CONTI

Ci sarebbe invece un regolamento di conti tra gang dietro l’aggressione di uno straniero di 38 anni di origini ucraine accoltellato all’addome davanti l’ingresso della fermata della metro San Giovanni. Sono stati alcuni passanti a chiamare i soccorsi lunedì notte quando hanno visto il giovane accasciato a terra sul marciapiede di via La Spezia. Sul posto, insieme a un’ambulanza del 118 che ha trasportato il 38enne in condizioni critiche al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni, sono intervenuti gli agenti del vicino distretto. Gli investigatori hanno proceduto con il sequestro delle immagini di video sorveglianza della stazione e di alcune attività di via La Spezia. Durante i controlli, hanno accertato che la vittima dell’aggressione è un pregiudicato residente nella Capitale da tempo. La vittima non è in pericolo di vita tuttavia le sue condizioni sarebbero ancora gravi: «È stato colpito con almeno tre coltellate all’addome e la prognosi è ancora riservata», confermano i poliziotti. Ecco perché il 38enne non è ancora stato ascoltato. Ma proprio la sua testimonianza potrebbe essere determinante per la ricostruzione di quanto avvenuto e per risalire all’identità degli aggressori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA