Rieti. Torna stasera a Contigliano
la tradizionale "Via Crucis"

Via Crucis
di Alessandra Lancia
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Venerdì 14 Aprile 2017, 12:40
RIETI - Comincia dove tutto finisce, nel sepolcro, e nel sepolcro vuoto, il dramma sacro del Venerdì santo di quest'anno a Contigliano (nelle foto in basso), che ruota intorno alla domanda «Quo vadis, Domine?». Dove va Gesù, oggi, e dove andiamo noi, ovvero un invito a rileggere il messaggio dell'uomo di Nazareth, che continua a scegliere di «andare a morire ogni giorno nelle grandi e piccole lacerazioni dell'umanità», perché «ama gli uomini con la loro bontà e la loro cattiveria», e che non risorgerà fino a quando «non verrà spalancato il sepolcro delle coscienze». Dunque anche stasera, per seguire a pieno il Venerdì santo contiglianese, serviranno non solo scarpe comode e una giacca calda (perché la processione è lunga e piazza Sant'Antonio è fredda), ma pure curiosità e apertura all'ascolto e alla «provocazione». La provocazione di un sepolcro vuoto da cui comincia l'avventura del cristianesimo, subito sospesa tra ragione - il corpo di Gesù è stato rubato? - o sentimento: il Nazareno è tornato in vita, come aveva promesso, e ci aspetta nella Galilea delle nostre esistenze.

IL PROGRAMMA
A mettere in scena il dramma, scritto da Claudio Fallavollita, il collaudato gruppo del «Venerdì santo», sotto la regia di don Ercole La Pietra: tra gli interpreti principali il Gesù di Cristian Nobili, la Madonna bruna di Alessandra Hussein, i «giudici» di Gesù, Caifa (Roberto Maiolati), Erode (Giampiero Crescenzi) e Ponzio Pilato (quest'anno interpretato da Francesco De Angelis). Molto intense anche le figure degli apostoli più vicini al Cristo, interpretati da Flavio Serva, Michael Salustri e Pietro Falsini, e delle donne in scena, Maria di Magdala (Valentina Impeciati) e la moglie di Pilato (Alessandra Di Santo). Nella scena della crocefissione, sempre impressionante nella sua bellezza e suggestione, a dare corpo e voce a Gesù sarà Jacopo Di Lorenzo, affiancato dai due ladroni, interpretati da Andrea Passarani ed Elio Simeoni. Nomi e cognomi che si ripetono, un testimone che anno dopo anno passa di generazione in generazione per tenere viva la tradizione antichissima della processione del Cristo Morto di Contigliano. L'appuntamento è come sempre intorno alle 20.30, quando l'aula spoglia della Collegiata di San Michele Arcangelo comincerà a popolarsi dei figuranti in costume, delle confraternite addette al trasporto delle statue, della banda musicale (quest'anno quella di Lisciano) e del popolo che seguirà la processione pregando insieme ai sacerdoti. Poi il corteo scenderà lentamente a valle: un passaggio alla Forcella, la discesa da Porta Codarda e il giro nel paese nuovo per poi risalire verso Contigliano Alta illuminata dalle fiaccole. A piazza Sant'Antonio la rappresentazione sacra, il «Quo vadis, Domine?» da cui tutto ebbe inizio.
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