Imu 2023, per i Comuni un tesoro da 200milioni

Imu 2023, per i Comuni un tesoro da 200milioni
di Fabio Nucci
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Lunedì 20 Maggio 2024, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 09:05

Un salasso da quasi 180 milioni di euro, un peso da 210 euro a persona. A tanto ammonta l’Imu versata in Umbria lo scorso anno dai contribuenti umbri e finita nelle casse dei 92 comuni secondo i dati raccolti dal Siope, il Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici. Tra quelli con più di 10mila abitanti, il Comune dove l’imposta ha un peso pro capite maggiore è Orvieto: 270,83 euro a testa. Ma le entrate comunali legate agli immobili non finiscono qui: nel 2023, infatti, tra Imu recuperata, Ici e Tasi, sono stati incassati altri 25 milioni di euro. A Narni, il record di Imu incassata in seguito ad attività di verifica e controllo per residente: 162 euro pro capite, pari a quasi 3 milioni di euro. Qualcuno avrà già messo insieme scartoffie e calcolatrici in vista della prima scadenza dell’Imposta municipale propria (Imu) la cui prima rata scadrà tra meno di un mese, lunedì 17 giugno. Si tratta dell’acconto 2024 che va calcolato sulla base delle aliquote che ogni singolo comune ha deliberato lo scorso anno, colpendo tutti gli immobili commerciali e produttivi e anche civili, qualora siano seconde case o prime case di lusso appartenenti alle categorie catastali A1, A8 e A9. In questi casi occorre verificare la delibera del Comune ma di regola per queste categorie si applica un’aliquota agevolata e una detrazione pari a 200 euro. A Perugia e a Terni, ad esempio, si applica il 6 per mille (rispetto all’aliquota base del 5 per mille). A proposito di aliquote, va detto che non tutto il gettito rimane nelle casse municipali visto che il 7,6 per mille poi viene dirottato allo Stato. Alle singole amministrazioni, infatti, viene data la possibilità di manovrare l’aliquota oltre la base (il 7,6 per mille) ed entro il 10,6 (11,4 nel caso di applicazione della maggiorazione speciale). Analizzando i dati raccolti dal Siope, risulta che nel 2023 come “imposta municipale propria” i comuni umbri hanno riscosso 178,643 milioni dall’attività ordinaria di gestione, 20,244 milioni in seguito ad attività di verifica e controllo.

Questo per un peso pro capite di quasi 235 euro a testa, di cui 23,70 euro legati al recupero dell’Imu evasa.

Tra i 18 comuni con più di 10mila residenti (pari a 635.572 abitati, il 75% del totale regionale), il municipio dove è stato pagato un importo pro capite maggiore – considerando la sola attività di gestione ordinaria - è Orvieto con 270,83 euro. A seguire, Todi (267,42), Assisi (253,20), Castiglione del Lago (238,74) e Perugia dove nel 2023 sono stati riscossi 38,643 milioni di euro pari a 237,80 euro a residente. Con 22,452 milioni di euro incassati e un dato pro capite di 210,50 euro, Terni è in linea con la media regionale (209,09). In genere, però, il peso dell’Imu per residente è inferiore in provincia di Perugia (207,90) rispetto a quella di Terni (212,72). Tra i Comuni “big”, invece il rapporto riscossione-residenti più basso risulta a Umbertide (173,90), Magione (169,86), Corciano (168,59), Amelia (160,52) e Foligno (155,65). Questo indica solo gli importi riscossi da attività ordinaria e quindi il dato pro capite può dipendere anche dalla “capacità di riscossione” di ogni singolo municipio. Se si considera l’Imu “recuperata”, il primato spetta al Comune di Narni (162,10 euro pro capite), seguito da Orvieto (51,15), Amelia (45,19), Gualdo Tadino (40,67) e Todi (38,71). Tenendo conto di entrambe le voci, la maggior capacità di riscossione, in termini di dato pro capite, spetta sempre al municipio di Narni seguito da Orvieto, Todi, Castiglione del lavo e Gualdo Tadino, con importi che variano da 358 a 259 euro a residente.

Nel 2023 nella regione risultano anche quasi 3 milioni di euro riscossi per la vecchia Ici, 2,2 dei quali derivanti da attività di controllo e verifica. Un altro milione e 742 mila euro risulta invece entrato nelle casse municipali grazie alla Tasi, la tassa sui servizi indivisibili, rimasta in vigore fino al 2019 e poi abolita come tributo singolo e accorpata all’Imu. 

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