Il rilancio in corso dell’economia «dopo un ventennio di stagnazione». Ma anche la necessità di «leggi speciali» per la Capitale. Si muove su questi due fronti il sindaco Roberto Gualtieri parlando all’Assemblea capitolina durante la seduta straordinaria sull’economia di Roma. Dopo il Covid, aggiunge il sindaco, «ci sono i primi segni di un rilancio» che ora «va consolidato». Ripresa dovuta al fatto che l’Unione Europea ha reagito al Covid usando «non austerity ma investimenti» e «oggi stiamo vedendo gli effetti di quelle scelte».
Da qui in avanti, però, occorre una visione di lungo periodo («con orizzonti al 2030 e al 2050») e soprattutto «leggi speciali per Roma». Gualtieri richiama in particolare la necessità di «una legge per le metropolitane di Roma come Capitale, se vogliamo realizzare la metro D e i prolungamenti delle linee A e B». In precedenza, dall’opposizione era arrivato invece un quadro più cupo: «Roma è una città che soffre, dove le disuguaglianze sociali sono impietose», aveva attaccato Francesca Barbato (FdI), secondo cui «basta farsi un giro fuori le mura per vedere come il commercio illegale regni diffuso». Per la consigliera meloniana «Roma non attira capitali ed investitori perché il caos regna sovrano. Illegalità, sporcizia, trasporti che non funzionano. Se l’economia romana galleggia è solo per la sua eterna bellezza che traina un turismo senza eguali».
I numeri
Queste le posizioni sul fronte della politica. Nel corso della mattinata invece, erano intervenuti i rappresentati del tessuto economico della città. I primi dati del 2023 evidenziano «prospettive incoraggianti per l’economia romana», aveva detto la direttrice delle sede romana di Banca d’Italia, Antonella Magliocco. Aggiungendo poi che «nel 2023 la spesa in investimenti fissi lordi di Roma Capitale è aumentata del 140 per cento rispetto all’anno prima» (contro un aumento medio «negli altri Comuni del 38%»). Anche se il dato «pro-capite rimane al di sotto della media, 190 euro contro 281».
Lotta agli abusivi
Il direttore di Confcommercio Romolo Guasco parla invece di «2.240 imprese del commercio in meno nell’ultimo anno». A Roma, «c’è bisogno di riqualificare il tessuto commerciale del centro storico. La sfida è bloccare gli investimenti di bassa qualità e favorire l’eccellenza, almeno nella zona Unesco». E per questo serve anche una «repressione dell’abusivismo commerciale». Su quest’ultimo punto si concentra anche il presidente di Confesercenti Roma Walter Giammaria: «Ci sono 20 mila abusivi che nessuno manda via. Una concorrenza sleale: 2.350 miliardi di merce contraffatta». Tema di fronte al quale «chiediamo al sindaco un tavolo permanente». Anche perché «se non si interverrà, i negozi chiusi saranno 24mila, 30mila».
Dal suo osservatorio, il presidente della Camera di Commercio capitolina, Lorenzo Tagliavanti, tocca vari temi: la crescita del turismo, il «record storico di esportazioni internazionali» di Roma e infine «il settore delle costruzioni» che «ha avuto la spinta del “bonus 110%” ma quando s’è esaurito è partita la fase dei cantieri» trainata da Pnrr e Giubileo. In questa fase, quindi, «gli investimenti pubblici sono un grande elemento di sfida per la città». Sfida che passa anche dalla tutela della forza lavoro. Per questo, sottolinea Angelo Camilli (Unindustria), «dobbiamo essere consapevoli che c’è una importante forchetta retributiva: continuiamo a creare posti di lavoro ma con salari troppo bassi e di scarsa qualità. Se vogliamo riprendere un percorso, anche sociale, dobbiamo fare investimenti importanti».