Variante Q3, chiusa l'inchiesta: 4 indagati per i nuovi negozi in via del Lido

Variante Q3, chiusa l'inchiesta: 4 indagati per i nuovi negozi in via del Lido
di Vittorio Buongiorno
3 Minuti di Lettura
Martedì 30 Aprile 2024, 11:10

LA STRUTTURA

La Procura ha chiuso la nuova inchiesta sulla variante Q3 e sul complesso commerciale di via Del Lido. Dopo l'archiviazione della prima indagine, la Procura di Latina aveva avviato nuovi approfondimenti sulla legittimità dei lavori effettuati e soprattutto sui titoli edilizi rilasciati per verificare il rispetto delle previsioni urbanistiche. All'esito degli accertamenti affidati ai carabinieri forestali del Nipaaf, il sostituto procuratore Miliano ha contestato il reato di lottizzazione abusiva per aver realizzato opere che hanno comportato una trasformazione urbanistica in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti.
Il caso è al centro di un braccio di ferro che si trascina da mesi: nell'area tra il Garden Hotel e via del Lido infatti è stata realizzata una struttura con tre diversi spazi commerciali, due destinati a medie strutture di vendita, uno a un'attività di ristorazione. I due supermercati sono ancora chiusi malgrado il sequestro dell'area sia stato annullato dal Riesame, caso anche questo ancora aperto visto che la Procura ha fatto ricorso in Cassazione contro l'annullamento del provvedimento.

Sull'area, come detto sono state realizzate tre medie superfici di vendita. Indipendenti secondo i proprietari, ma non secondo gli inquirenti. La cubatura complessiva è di circa 25mila metri ed è stata autorizzata con una variante al Piano particolareggiato edilizio del comparto Q3 che ha consentito di rimuovere il preesistente vincolo alberghiero.

La Procura ha indagato l'amministratore della società proprietaria dell'area, il professionista che ha redatto il progetto e due funzionari comunali che hanno approvato la pratica.

Secondo gli accertamenti dei militari del Nucleo investigativo forestale sono due sostanzialmente le irregolarità. Primo, la variante alla base del permesso a costruire approvata definitivamente nel 2021, dopo la prima archiviazione del procedimento, fu varata dalla Giunta con la procedura semplificata e dunque, sempre secondo l'accusa, la modifica delle superfici originarie non avrebbe potuto superare il 30% del totale, mentre la destinazione commerciale (e dunque modificata grazie alla variante) riguarda oggi il 100 per cento della struttura.

La seconda contestazione riguarda invece l'unitarietà o meno del progetto. Secondo la procura lo spazio commerciale di cinquemila metri quadrati deve essere considerato unitariamente essendo stato diviso solo in un secondo momento e dunque doveva essere sottoposto al vaglio regionale previsto per le superfici oltre i 2500 metri quadrati. Una lettura delle carte che il privato ha sempre contestato duramente sostenendo che le strutture sono separate e dunque i permessi sono stati ottenuti seguendo le normative vigenti. L'area ha avuto due false partenze, con aperture e chiusure legate alla contestazione dei due passi carrabili sulla complanare della Pontina, la cui competenza non è stata ancora chiarita: l'autorizzazione definitiva potrebbe competere all'Anas oppure al Comune. Intanto i negozi restano in attesa così come i circa duecento lavoratori delle tre attività.

© RIPRODUZIONE RISERVATA