IL CASO
«Quanto affermato a carico della Diocesi è del tutto infondato, come potrà essere dimostrato nelle sedi proprie del procedimento», così il direttore dell'Ufficio per le Comunicazioni sociali della diocesi di Latina, Terracina e Priverno, Remigio Russo ha replicato alle accuse mosse giovedì alla chiesa al termine dell'udienza preliminare a carico del diacono e insegnante di religione cattolica della Diocesi pontina indagato a vario titolo per i reati di violenza sessuale a danno di minori.
L'udienza davanti al gip Laura Morselli è stata rinviata al 29 febbraio per una mancata notifica, ma l'avvocato Nicodemo Gentile, che assiste i ragazzi vittime di abuso, ha presentato richiesta di costituzione di parte civile per conto dei ragazzi e della Garante dell'Infanzia della Regione Lazio, Monica Sansoni.
Parlando ai cronisti ha usato parole drammaticamente efficaci: «Dalle carte emerge la sua attività di predatore sessuale ossessivo, un lupo che pascolava tranquillamente tra questi agnellini, giovani fragili, che venivano vessati con violenza sia fisica che psicologica. E' una vicenda molto triste».
Ma ieri la diocesi oltre a ribadire di poter provare che si tratta di accuse prive di fondamento ha anche rinnovato «la piena vicinanza alle vittime e alle famiglie e si esprime piena fiducia nell'operato della magistratura». Non è chiaro se il giudice deciderà già il 29 sull'ammissione della Diocesi guidata dal vescovo mariano Crociata nel processo oppure se questo primo verdetto slitterà ancora.
Nel frattempo la Curia ha invece concluso la sua indagine previa, ovvero una sorta di corrispettivo nel dirotto canonico, all'udienza preliminare. Non è andata bene ad Alessandro Frateschi, già diacono, già prof di religione. Il caso infatti è stato inviato al Dicastero per la dottrina della fede, a Roma, che ha già incardinato il procedimento, ma ha rinviato l'esame del caso in attesa della definizione dell'udienza preliminare in corso a Latina. C'è una cosa che gkli ambienti vicini alla Curia hanno notato, un parallelo tra i due procedimenti. Al termine dell'udienza in Tribunale l'avvocato che difende Frateschi, l'avvocato Donatello Donofrio, ha spiegato che non è prevista nessuna richiesta di rito abbreviato ma si procederà con il rito ordinario.
E' accaduta una cosa simile anche nell'indagine previa. Frateschi infatti avrebbe potuto chiedere la dimissione dallo stato clericale in via graziosa, cioé attraverso la grazia del Santo Padre. Ma non lo ha fatto. Ora, nel procedimento incardinato presso il Dicastero romano rischia di essere dimesso dallo stato clericale per condanna, un'onta qualora si verificasse che poteva essere evitata, è il commento che si raccoglie. Allo stesso modo, senza il rito abbreviato Frateschi rinuncia a un eventuale sconto di un terso della pena e soprattutto, in caso di rinvio a giudizio, un processo pubblico con decine di testimonianze.
Anche questo però, la scelta tra rito ordinario o rito abbreviato, verrà deciso definitivamente il 29 febbraio.