È l’Antitrust europeo ora “sub iudice”. Benché non fosse prevedibile un completo “via libera”, da parte della Direzione Concorrenza della Commissione europea, all’aggregazione di Ita con Lufthansa che per ora si appresta a entrare nella Compagnia italiana con il 41 per cento (325 milioni) , tuttavia non era ipotizzabile il complesso di obiezioni, condizioni e rinunce riguardanti, tra l’altro, 39 rotte, che Bruxelles chiede perché l’operazione possa decollare.
Le cronache riportano che il presidente di Ita, Antonio Turicchi, parlando a proposito delle rotte intercontinentali, ha osservato che è eccessivo che 8 su 15 siano ritenute problematiche dalla Commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager.
I rilievi mirano, nella posizione della Commissione, a evitare un aumento dei prezzi e un abbassamento della qualità dei servizi, che vengono temuti, a seguito dell’asserita riduzione della concorrenza in una serie di rotte, donde la richiesta di “rimedi” a cui dovrebbe essere dato riscontro entro il 26 aprile. Il collegamento non è chiaro tra la suddetta riduzione, che andrebbe meglio dimostrata anche con riferimento a un contesto adeguato, e l’impatto sulle prestazioni.
Naturalmente, a tutto ciò è ovviamente collegata pure la condizione della compagine del personale che va tutelata, donde la necessità che dei riflessi su di essa si tenga pure conto nelle revisioni anzidette. La replica del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti alle richieste di Bruxelles va considerata non tanto per la sottolineatura dei dieci mesi di discussione con Bruxelles sull’operazione, fin qui inconcludenti - che possono essere molti, come qui si ritiene, o no - quanto per l’opposizione, che se ne deve dedurre, alla costituzione di un campione europeo nel settore che possa competere con i colossi internazionali. Questo è un punto centrale e riguarda proprio il mercato di riferimento che, soprattutto per i voli, non può prescindere dal contesto globale.
Approvare le fusioni preservando la concorrenza, come la Vestager dice di aver fatto in numerose altre concentrazioni? E’ facile affermarlo, ma, se si scende nel concreto, allora la numerosità dei rimedi richiesti, nel nostro caso, rischia di ledere la costituzione di società in grado di confrontarsi ad armi pari sul teatro internazionale.
Di qui la necessità di agire su due versanti: da un lato, occorre, in un confronto serrato con Bruxelles, argomentare come i tagli da effettuare nell’operazione in questione, nel numero proposto, contraddirebbero le finalità della stessa programmata fusione.