Banca del Fucino rinnova la governance in coincidenza con la fine del triennio (2021-2023) del salvataggio da parte di Igea Banca sulla gestione Torlonia, zavorrata dai prestiti inesigibili. E riparte con un cda di 12 membri, di cui quattro new entry, in rappresentanza dell’azionariato attuale che ne fa il “salotto buono” di Roma con una strategia innovativa che prevede la nascita della “Banca per l’ambiente e per l’energia” utilizzando la seconda licenza bancaria: nascerà il primo istituto europeo della transizione energetica.
LE INIZIATIVE
L’assemblea tenutasi due giorni fa, ha innanzitutto approvato il bilancio 2023 chiuso con un utile netto di 17,13 milioni, frutto della gestione molto efficace di Francesco Maiolini che è l’artefice del successo della Fucino a cui ha ritagliato una prospettivo nuova nel mondo bancario. I profitti beneficiano di un margine di interesse cresciuto del 54,1% e un margine di intermediazione del 53,7%.
La compagine sociale vede ai primi posti Upz Investment (gruppo Petricca) con l’8,71%, Sri Group, holding di investimenti di Giulio Gallazzi (8,42%); Enpam (7,69%), Fondazione Monte Lombardia (5,87%).
Nel nuovo cda, con la conferma del presidente Mauro Masi, dell’ad Maiolini, fra gli altri, dei consiglieri Gallazzi e Gabriella Covino (studio Gop), debuttano Luca Bergamotto (Upz), Francesca Brunori (Confindustria), Sonia Locantore (studio Lener & partners) e Domenico Pimpinella (Enpam).
Fucino ha una forte vocazione di banca di prossimità rivolta alle pmi con la centralità di Roma nella sua attività.