Arrivato al settimo e ultimo appuntamento di una lunga mattinata di lavoro, dopo avere discusso di dossier urgenti con i suoi più fedeli cardinali di curia (Prevost e Fernandez, quest'ultimo autore del contestatissimo documento sulla benedizione alle coppie gay), e dopo aver rivolto due discorsi a gruppi di fedeli invitati nel Palazzo Apostolico, Papa Francesco ha fatto un sospiro e ha messo da parte il lungo testo che aveva fatto preparare. E ai partecipanti del Simposio “Université des Communicants en Église” della Conferenza dei Vescovi di Francia ha confessato che si sentiva un po' stanco, sicchè ha preferito rivolgere alcune parole a braccio ai presenti ed evitare di dare lettura al lungo testo. «Vorrei leggere tutto il discorso ma ho un problema, ho un po’ di bronchite, e non posso parlare bene. Se voi non vi offendete, consegnerò la copia del discorso. Scusatemi. La consegnerò perché la diano a tutti voi, ma faccio tanta fatica a parlare. Grazie della vostra comprensione. E grazie di essere venuti. Grazie tante del vostro lavoro, perché non è facile comunicare, ma la prima cosa che fa una persona è comunicare. Da Adamo quando vide Eva, comunicò. Comunicare è la cosa più umana che esiste. Andate avanti su questo». Detto questo si è sistemato meglio sulla poltrona e poi si è messo a salutare uno per uno tutti i partecipanti che attendevano in fila indiana di potersi presentare e avere il privilegio di parlargli almeno un secondo.
La comunicazione
La comunicazione del Papa di avere ancora tosse e infiammazione bronchiale ha naturalmente di nuovo messo in fibrillazione tutti.
Il 2024 per Papa Francesco si è aperto con l'incognita di quali viaggi riuscirà a fare in queste condizioni. Un argomento non indifferente che proprio in questi giorni è tornato d'attualità con il rinnovato invito del presidente argentino Javier Milei a visitare l'Argentina. Al momento l'unica trasferta certa è lontana da Roma due ore di volo: Bruxelles, dove il Papa è atteso a Lovanio per celebrare i 600 anni di una delle più antiche università cattoliche europee. Altri programmi non ce ne sono. Gli ucraini ovviamente sperano sempre che Bergoglio voglia rompere gli indugi e recarsi finalmente a Kyev a pregare sui luoghi dei massacri di Bucha. Finora il Papa ha ignorato la richiesta di Zelensky spiegando che per par condicio con Putin dovrebbe recarsi anche a Mosca. Cosa sempre più irrealizzabile, soprattutto per i rapporti tesi con il patriarcato di Mosca dopo la pubblicazione del documento Fiducia Supplicans con il quale il Vaticano ha dato il via libera alla benedizione delle coppie gay. Una novità che ha fatto letteralmente inorridire il Patriarcato di Mosca, allontanandolo ancora un po' di più da Roma.