Terni, titolare e dipendente della casa di riposo a processo per truffa all'Inps: assolte con formula piena

Terni, titolare e dipendente della casa di riposo a processo per truffa all'Inps: assolte con formula piena
di Nicoletta Gigli
3 Minuti di Lettura
Martedì 7 Novembre 2023, 07:48

TERNI - Sono finite a processo con l’accusa di aver finto un licenziamento per incassare dall’Inps l’indennità di disoccupazione ma il giudice le ha assolte con formula piena.

La vicenda al centro delle indagini delle fiamme gialle risale al 2016, quando la finanza fece un controllo nella casa di riposo finita nel mirino per quello che la procura, all’esito delle indagini, riteneva un raggiro nei confronti dell’Inps.

Nei guai due donne romene, la titolare e una dipendente di una casa di riposo della città.

Quest’ultima, che ha 45 anni, si licenziò e presentò domanda all’Inps di Terni per ricevere il sussidio che spetta ai disoccupati.

Qualche mese dopo, forse in seguito a qualche soffiata, nella struttura che ospitava gli anziani si presentarono gli investigatori del nucleo di polizia tributaria.

Le fiamme gialle ternane trovarono al lavoro la 45enne che aveva dichiarato di essersi licenziata e che percepiva per questo l’indennità di disoccupazione.

All’esito dell’ispezione le indagini delle fiamme gialle, secondo cui la donna, con la complicità della titolare della casa di riposo, una connazionale di 68 anni, continuava a lavorare regolarmente.

Le carte finirono in procura e il pm, Marco Stramaglia, chiese il processo per le due donne per truffa aggravata ai danni dell’Inps ipotizzando anche un danno per le casse dello Stato. Per l’accusa le due donne si sarebbero messe d’accordo per portare a termine un raggiro che, alla 45enne, avrebbe consentito di intascare 4mila e 371 euro che non le spettavano.

La dipendente, per l’accusa, avrebbe attestato falsamente il suo stato di disoccupata a seguito del licenziamento che sarebbe stato concordato con la sua datrice di lavoro ma che in realtà non sarebbe mai avvenuto avendo la donna continuato a lavorare regolarmente nella casa di riposo fino a gennaio 2016. Col raggiro le due avrebbero indotto in errore la pubblica amministrazione, che ha erogato l’indennità di disoccupazione in favore della 45enne.

Ipotesi d’accusa che ieri sono cadute durante il processo di fronte al giudice, Francesco Maria Vincenzoni, che ha assolto entrambe per non aver commesso il fatto. A difendere la 45enne l’avvocato, Francesco Mattiangeli mentre il legale della titolare della casa di riposo è Arnaldo Sebastiani. Il giudice ha accolto le loro osservazioni, secondo cui non c’erano prove che la donna avesse continuato a lavorare nella struttura per anziani dopo il licenziamento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA