«Negli ultimi mesi - sottoline ancora Gravina - e anni ci confrontiamo con alcune parole che in ogni periodo vengono fuori come innovazione, riforme, cambiamento, ora è di moda autonomia, che danno l’idea di un confronto continuo di alcune componenti che fanno resistenza a questa idea di cambiamento radicale, ma la Figc non ha mai voluto rinunciare al suo impulso di innovazione. Lo abbiamo fatto con il piano strategico dal punto di vista finanziario, lo facciamo oggi trasformando una media factory in media company. Un altro tassello a quel concetto importato dalla letteratura italiana. Ci piace l’idea che la Federazione possa lanciare un progetto del genere per rendere noti degli aspetti inediti del calcio. Vogliamo dimostrare che c’è altro oltre ai rigori o ai debiti». Che poi ha voluto aggiungere. «Un contenitore che parlerà dell’abbraccio della base, fino alle emozioni delle nazionali azzurre, il progetto delle carceri, la divisione paralimpica e sperimentale, unici al mondo ad averla. Parliamo di un ecosistema digitale che può contare su un’altra piattaforma che si chiama “sostenibilia” che riguarda la sostenibilità. Oggi la Federazione dimostra di non essere solo un palazzo ma anche un’anima. Vogliamo essere uno specchio in cui l’Italia si felice di specchiarsi, per vedersi, perché no, anche più bella di quella che a volte viene dipinta».
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