Ossicodone, dall’epilessia al coma, tutti i rischi da dipendenza. L’esperto: «Gravi danni ai polmoni e al sistema nervoso»

Il farmaco ha un effetto deprimente sull’organismo paragonabile all’eroina

Ossicodone, dall’epilessia al coma, i rischi da dipendenza. L’esperto: «Gravi danni ai polmoni e al sistema nervoso»
di Giampiero Valenza
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Martedì 26 Marzo 2024, 23:50

Servono per trattare un forte dolore, per curare l’epilessia o per lottare contro l’insonnia. Sta di fatto che possono portare a tanti effetti collaterali: ansia, insufficienza renale e respiratoria, tanto per citarne alcuni. L’uso improprio di ossicodone, zolpidem, clonazepam, tramadolo, mette in allarme i medici della Sif, la Società italiana di farmacologia, anche perché, se conservati in casa con una certa leggerezza, possono essere rubati dai giovanissimi che ne potrebbero abusare senza la sorveglianza e il controllo di uno specialista. 

Gli effetti

Procediamo con ordine. L’ossicodone è un potentissimo analgesico, della classe degli oppioidi, usato anche da chi sta lottando contro i tumori. Come detto, è un farmaco che va assunto sotto stretto controllo medico.

Negli Usa sanno benissimo cosa significa un suo abuso, tanto da aver descritto questa l’emergenza sanitaria (che ha portato quasi un milione di overdose letali in venti anni) come l’epidemia degli oppioidi. L’uso concomitante con altri sedativi può aumentare il rischio di depressione respiratoria, ma anche del coma, a causa del potenziamento dell’effetto depressivo del sistema nervoso centrale. Poi c’è lo zolpidem, per il trattamento dell’insonnia e il clonazepam che cura l’epilessia con effetto ipnotico che può essere “potenziato” e aggravare la depressione del sistema nervoso centrale dopo aver bevuto alcol. Il tramadolo, proprio come l’ossicodone, è un potente antidolorifico. «Viene sconsigliato ai pazienti che hanno una storia di epilessia, dà nausea e vertigini e causa la sindrome serotoninergica, che potenzialmente può essere letale», dice il farmacologo Gianni Sava, componente della Società italiana di farmacologia. «Sono farmaci depressori - aggiunge - Immagino che chi ne faccia un abuso senza un controllo medico voglia indurre un rilassamento o un deprimento. Sono un po’ i farmaci “della solitudine”». E se la cocaina è una droga che eccita ed esalta, chi usa questo genere di principi attivi vuole avvicinarsi più all’effetto psicotropo che possono dare sostanze stupefacenti come l’eroina (che, tra l’altro, è un derivato della morfina, il principale composto contenuto nell’oppio). 

La preoccupazione

L’allarme che Sava lancia è legato anche alla disponibilità che di questi principi attivi si può avere in casa, perché magari c’è un familiare che ne fa un uso per le terapie che gli vengono assegnate dallo specialista. «È verosimile pensare che i nipoti possano prendere questi medicinali dai comodini dei nonni e poi andare in overdose - prosegue il farmacologo - Ma è vero anche che sono sostanze che arrivano anche nelle mani delle badanti che vogliono far stare più tranquilli gli anziani. Se si hanno in casa è sempre meglio tenerli in armadietti chiusi e fuori dalla portata dei bambini». «La normativa in Italia è molto rigida e questi farmaci vengono dati solo dietro una ricetta non ripetibile, quindi non possono essere trovati liberamente sul mercato - conclude Sava - Noi della Società italiana di farmacologia invitiamo sempre all’uso dietro stretto controllo medico e siamo a disposizione del ministero della Salute per sostenere il tavolo di lavoro creato per studiare normative in grado di dispensare con sempre maggiore attenzione questo genere di principi attivi». 

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