I PARENTI
«Romano ha aspettato solo che la giustizia facesse il suo corso, che non andasse d'accordo con i Seferovic era risaputo. Lui è sicuro che possa essere stato Serif - aggiunge un parente - Lo hanno colpito nei suoi affetti più cari, lo hanno voluto annientare perché per lui la moglie e i figli erano tutto. Erano il suo oro, lo diceva sempre. Sono stati dei vigliacchi». Romano è ospite dalla madre nel campo di Salviati, lo stesso dove viveva Serif con il fratello (ricercato dalla polizia e riparato all'estero, ritenuto complice nel raid) e il resto della famiglia. «Ma sono andati tutti via, a Torino - racconta un'anziana donna di Salviati - è stato lui? Così dice la polizia, ma se era innocente perché è scappato? Perché tutta la sua famiglia se n'è andata velocemente? Quelle povere sorelle hanno fatto una fine atroce, noi tutti abbiamo pianto per loro». Gli Halilovic e i loro amici sono convinti che «un gesto del genere non lo fai in preda a un raptus, ma lo hai studiato». E non si danno pace: «Perché se c'erano dei problemi non se la sono presa con Romano? Potevano fare a botte, regolare i conti in qualsiasi modo, ma toccare i bambini, ucciderli non è ammesso, è imperdonabile». Una cosa è certa: «Adesso tutta la famiglia Seferovic è condannata: non saranno accettati più in nessun campo. Se è stato Serif allora buttassero la chiave ed è fortunato perché in Italia non c'è la pena di morte».
«UNA BESTIA»
Parole dure per il ragazzo fermato le ha avute anche il presidente di FdI Giorgia Meloni che lo ha definito «una bestia». A cui ha ribattuto l'avvocato Gianluca Nicolini, legale del giovane. «Attualmente il mio assistito è stato soltanto fermato sulla base di un decreto del pm, in attesa di essere convalidato dal Giudice delle indagini preliminari, vale la presunzione di innocenza».
Il padre di Serif, sempre attraverso il legale, fa sapere di avere «dormito in una area di parcheggio in un autogrill sulla Roma-Civitavecchia, quella notte ed eravamo una quarantina di persone. Mio figlio era con me, non è stato lui», spiegando che potrebbero esserci delle telecamere a testimoniare. Per il 6 giugno è fissato l'accertamento tecnico irripetibile sulle impronte lasciate sui frammenti della molotov, ci saranno anche accertamenti biologici e di tipo esplosivitico, ossia di ricostruzione dello scenario. Lunedì ci sarà l'interrogatorio di convalida del fermo, poi Serif tornerà a Roma.
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