RIETI - Il Comune di Rieti dà il via libera alle nuove opere di urbanizzazione pubbliche e private, da realizzare in città, attraverso l’approvazione del Programma pluriennale di attuazione - che approderà nel consiglio comunale di oggi - scaduto ormai dall’ultimo quinquennio 2017-2022, con valenza fino al nuovo termine del 2027. Così, insieme alla riformulazione del piano di riequilibrio da lacrime e sangue - che, su indicazione della Corte dei conti, per 10 anni (fino al 2033) obbligherà il Comune a collocare 17.127.000 euro nel Fcde, il Fondo crediti di dubbia esigibilità - il consiglio di oggi non sarà una passeggiata di salute per nessuno, soprattutto per le tasche dei contribuenti reatini.
Crescita fuori tempo. I programmi pluriennali sono il “braccio armato” del Piano regolatore, quelli che delimitano come, quando e in quali aree e zone devono essere realizzate le previsioni e le urbanizzazioni indicate dal Piano. Va da sé, quindi, che anche il programma pluriennale in discussione questa mattina continuerà ad inseguire le prescrizioni di un Piano regolatore formalmente risalente a dodici anni fa - perché approvato dal Comune nel 2012 - ma, di fatto, vecchio almeno di ventidue anni, perché adottato nel 2002 e poi approvato addirittura dieci anni dopo. Peccato che, all’alba degli anni Duemila, le stime di crescita della popolazione reatina erano addirittura conteggiate in 17.454 nuovi abitanti: dal 2002 al 2020, invece, l’inurbamento massimo è arrivato a 11.423 persone, con uno scarto previsionale di 6.031 persone in meno. Così il Comune ha deciso di rivedere la velocità di urbanizzazione, calcolando un aumento di 1.087 abitanti l’anno, per tentare di arrivare ad almeno 5.435 abitanti entro il 2027 (più coerente rispetto ai 3.015 abitanti l’anno, necessari per arrivare alle 17.454 persone previste ventidue anni fa), attraverso un consumo totale di 135.875 metri quadrati di suolo. Dal 2002 al 2013, poi, all’aumento medio dei nuclei familiari (189 famiglie l’anno) è corrisposta una costante e progressiva diminuzione del numero dei componenti, dovuta all’incremento delle famiglie composte da soli anziani e dalla contrazione del nucleo familiare.
A presentare le proprie osservazioni riferite al nuovo Ppa è stata anche l’associazione Postribù onlus, secondo la quale «i 17.454 abitanti, ipotizzati nel 2002 già al massimo consentito del 30 per cento di quelli già residenti, non solo non si sono insediati, ma non è possibile ipotizzare che lo saranno nei prossimi 5 anni di vigenza del Ppa.
Le zone. Le zone urbanizzabili individuate dal Comune - comprendendo anche alcune richieste confluite in precedenti Programmi pluriennali - includono, tra le molte, l’area dell’ex zuccherificio e quella immediatamente esterna all’aeroporto “Ciuffelli”, le zone a nord della stazione ferroviaria (Porrara) ed a nord-est dell’ex ospedale psichiatrico, i quartieri di Piazza Tevere e Campoloniano, via Molino della Salce e via Chiesa Nuova, le frazioni di Castelfranco, Vazia, Madonna del Passo, Casette, Piani di Poggio Fidoni, San Giovanni, Case San Benedetto, Sant’Elia e Maglianello Basso.