«De Girolamo indagata»: i pm beneventani ora puntano su Nunzia

L'ex direttore della Asl di Benevento, Felice Pisapia, in procura
di Leandro Del Gaudio
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Lunedì 27 Gennaio 2014, 07:38
Messa con le spalle al muro, ha capito negli ultimi tre giorni che l’inchiesta sulla sanit beneventana puntava dritto su di lei. Ha ripetuto fino alla fine di non essere indagata, ma nelle ultime ore ha percepito quale può essere la piega presa dalle indagini della Procura di Giuseppe Maddalena. Evidente la svolta, negli ultimi giorni: la Procura punta ad accertare eventuali abusi o pressioni da parte della parlamentare Nunzia De Girolamo per favorire un parente nell’assegnazione del contratto per la gestione di un bar all’interno dell’ospedale Fatebenefratelli di Benevento.



Chiaro il ragionamento investigativo: bisogna accertare se la De Girolamo ha fatto valere il proprio peso per favorire uno zio nella concessione del bar, andando oltre le frasi colorite intercettate clandestinamente dall’ex manager Asl Felice Pisapia. Eccola la svolta delle indagini, il possibile punto di non ritorno che ha spinto la parlamentare sannita a rassegnare le dimissioni dalla guida del ministero delle Politiche agricole. Due step vistosi, messi a segno dalla Procura, che potrebbero aver cambiato il quadro investigativo: la decisione di ascoltare come persona informata dei fatti l’ufficiale del Nas, tenente colonnello Lombardi, che aveva svolto accertamenti sul bar all’interno dell’ospedale riconducibile allo zio dell’ormai ex ministro; ma anche la convocazione - sempre in qualità di teste - del direttore amministrativo del Fatebenefratelli Giovanni Carozza, nel tentativo di ricostruire la procedura amministrativa che ha portato all’assegnazione e alla revoca di una licenza per la gestione del bar.



Appalti e favori Qualcosa in più di parole colorite. Qualcosa in più di quella frase intercettata a luglio del 2012 nell’abitazione della parlamentare da Pisapia, quando la De Girolamo si lasciò andare un «mandiamogli i carabinieri del Nas e vaffanculo». Espressione finita in una informativa della Guardia di Finanza, ritenuta due mesi fa non rilevante da un punto di vista penale, che ha fatto comunque da spunto per una serie di accertamenti. Verifiche doverose. Di qui la doppia convocazione del manager e del carabiniere, tanto per capire se la parlamentare - al di là delle parole in libertà - abbia comunque esercitato pressioni illeciti in una procedura di appalto. E c’è dell’altro sul taccuino degli inquirenti: come la gestione dell’appalto sul 118 o dei cosiddetti presidi sanitari che avrebbero avvantaggiato - secondo ricostruzioni giornalistiche - i sindaci amici della De Girolamo, quelli legati alla sua corrente politica all’interno del centrodestra. Storia tutta interna allo stesso spaccato territoriale, che si è via via allargata anche ad altre possibili verifiche. E non è un caso che, appena una settimana fa, il procuratore Maddalena ha deciso di affiancare al pm Giovanni Tartaglia Polcini anche i nomi dei due colleghi Flavia Felaco e Nicoletta Giammarino, organizzando una sorta di pool sulla sanitopoli sannita. Ma non è tutto. Segnali di un pressing investigativo nei confronti della De Girolamo emergono anche da altri passaggi dell’inchiesta, come la decisione di acquisire l’audio della intercettazione pubblicata meno di dieci giorni fa dal Tg5. Ricordate? Sotto i riflettori finisce quel dialogo nitido (probabilmente del 30 novembre del 2012) tra De Girolamo e Pisapia, la cui registrazione è stata disconosciuta dall’ex direttore amministrativo della Asl beneventana. Di chi è l’opera?



Possibile che a Benevento si sia giocata una sorta di spy story. Non a caso da settimane ronzano rumors su una possibile e non confermata iscrizione della parlamentare nel registro degli indagati o sulla decisione di convocare la deputata in Procura come teste per mettere a confronto la sua versione dei fatti con gli accertamenti raccolti finora. Scenario complesso, che ha fatto registrare un’altra accelerata martedì scorso, con la scelta dei pm sanniti di convocare il grande accusatore Pisapia. Difeso dal penalista Claudio Botti, l’ex manager è finito sotto inchiesta per truffa e peculato proprio per la gestione Asl, ma sembra pronto a confermare accuse contro un «direttorio politico-partitico».
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