Usa, voto conservatore, referendum progressisti: sì alla marijuana per scopi ricreativi, no alle bevande zuccherate

Usa, voto conservatore, referendum progressisti: sì alla marijuana per scopi ricreativi, no alle bevande zuccherate
di Anna Guaita
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 5 Novembre 2014, 20:11 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 09:54
NEW YORK – Se il voto politico è stato repubblicano e conservatore, questo non significa che gli americani siano conservatori in blocco.



Come sempre in occasione di un’elezione, gli elettori sono stati chiamati anche a decidere su alcuni referendum. Ce ne sono stati 146 in 41 Stati, e alcuni risultati puntano decisamente sul “liberal”. E’ passata ad esempio la richiesta di legalizzare l’uso per scopi ricreativi della marijuana sia in Alaska che nel distretto di Washington, cioè nella capitale. Sarebbe passata anche in Florida, se fosse stata sufficiente una maggioranza semplice, ma lo Stato richiedeva una supermaggioranza del 60 per cento, che invece non è stata ottenuta.



Quattro Stati proponevano un aumento del salario minimo, e in tutti e quattro il quesito sul lavoro ha ricevuto un solido sì. Il salario minimo, attualmente fermo a 7 dollari e 25 centesimi verrà aumentato sia nel conservatore Arkansas, che esce da queste elezioni interamente repubblicano, sia nei non meno conservatori Dakota del Sud e Nebraska, e anche nel più liberal Illinois.



A differenza di altri anni, non c’erano molti referendum su temi “caldi”, come il matrimonio gay. Tuttavia due Stati, il Dakota del nord e il Colorado, hanno chiesto ai loro elettori di approvare il provvedimento sulla “personhood”, cioé un emendamento che avrebbe stabilito che la “vita” (cioé la “persona”) comincia al momento del concepimento.



Si trattava di una decisione volta a limitare il diritto di aborto, ma è apparsa talmente estrema che perfino nel movimento dei “pro-life” c’è stata una frattura. La bocciatura è infatti stata netta in entrambi gli Stati, superando il 65 per cento dei no. Voto invece più conservatore nel Tennessee, dove è stato approvato un emendamento che renderà più difficile per le donne ottenere un aborto nelle sei cliniche che nello Stato lo praticano.



Un successo facile è stato il referendum nello Stato di Washington che chiedeva di imporre controlli di background per chi voglia comprare armi alle fiere o agli show di settore. Lo Stato, uno dei pochi favorevoli a maggiori controlli sulle armi, è ancora sotto shock dopo una sparatoria in un liceo di Seattle, il mese scorso, dove un 14enne ha ucciso tre suoi compagni e ne ha ferito un quarto.



Infine, l’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha riportato un piccolo successo all’altro capo dell’America, a Berkeley, in California, dove ha finanziato un referendum per imporre una pesante tassa sulle bevande gassate e zuccherate. Nella cittadina universitaria che negli anni Sessanta vide la nascita del movimento pacifista, il provvedimento è stato approvato con la bellezza del 75 per cento dei sì.