Totò, bufera sul marchio registrato. La nipote: «Vogliamo solo tutelare la memoria di mio nonno»

Elena De Curtis: “Siamo consapevoli che è amato da tutti, questo non significa che possa essere sfruttato senza permesso”

Sopra, Elena De Curtis nipote del grande Totò prima dell’inizio dello spettacolo Sotto, l’attrice Roberta Giarrusso (foto PELLEGRINI/TOIATI) Sopra, Elena De Curtis nipote del grande Totò prima dell’inizio dello spettacolo Sotto, l’attrice...
di Monica Forlivesi
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Giovedì 25 Aprile 2024, 06:25

«Stiamo cercando di tutelare l’immagine di mio nonno, ma quando si è in buona fede un accordo si trova, il problema sono le speculazioni». Elena De Curtis è la nipote di Totò, la figlia di Liliana, impegnata da sempre a raccontare il genio del principe della risata, ma anche a tutelarlo.

Cosa sta succedendo?

«Ci imbattiamo nell’utilizzo del suo nome, ma anche della sua immagine e delle suo opere, senza nessun rispetto per il diritto che li tutela.

Io capisco che in tanti non ne conoscano neppure l’esistenza, ma tenga conto che non ci viene chiesta neppure un’autorizzazione, nulla».

Dopo l’ordinanza del Tribunale di Torino sono partite numerose richieste di cancellare nome e titoli di poesie dalle insegne e dal materiale utilizzato nei locali impropriamente. Quanti sono i casi?

«Non glielo so dire. Guardi non ne facciamo una questione di numeri ma di rispetto, tenga conto che ci siamo trovati su una bottiglia di vino, senza saperne assolutamente nulla, l’etichetta ‘A Livella, e chissà in quanti altri casi non ce ne siamo accorti...».

Come è finita con l’azienda vinicola?

«Continua a produrlo. Come le dicevo, quando non c’è malafede si trova un punto di incontro, un accordo, noi chiediamo solo una regolamentazione. Siamo perfettamente consapevoli del fatto che affettuosamente parlando Totò è considerato di tutti, amato da tutti, ma questo non può pregiudicare la tutela».

Rischiate di affrontare una miriade di cause in Tribunale, ci sono centinaia di pizzerie e ristoranti con il nome di suo nonno.

«Ripeto, di fronte all’amore per l’artista che si è voluto in qualche modo omaggiare siamo disposti ad avviare, come abbiamo sempre fatto del resto, un’interlocuzione, in alcuni casi stiamo dando anche l’autorizzazione all’utilizzo».

L’ordinanza di Torino cita in un passaggio il fatto che voi eredi vi siete dovuti fermare rispetto alla creazione di un brand e di un format di ristoranti e pizzerie che richiameranno il nome e l’immagine di Totò a fronte di svariate attività che lo utilizzano illecitamente.

«Sì, è così. Siamo pensando alla sua creazione, di fronte a questa situazione è stato necessario fermarci per mettere ordine, ma vorremo realizzare un brand, dare indicazioni precise a chi lo utilizza, come fosse un franchising».

Vuole dire qualcosa a chi ha ricevuto la lettera degli avvocati?

«Sì, che non siamo agenti delle tasse, che capiamo che l’impatto con la lettera di un legale sia pesante, ma siamo aperti al dialogo, a trovare una soluzione. Visto che parliamo anche della ‘A Livella... solo alla morte non c’è rimedio, per tutto il resto si può trovare».

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