Aveva paura di perdere il lavoro di badante la donna georgiana di 24 anni che nei giorni scorsi ha abbandonato il figlio partorito poche ore prima accanto ai cassonetti della raccolta differenziata di via Pisanelli, a Taranto. Ora l'immigrata, separata e madre anche di un bambino di 5 anni che è in patria accudito dai nonni, ha manifestato l'intenzione di riconoscere il bimbo, chiamato Lorenzo dal personale dell'Unità di terapia intensiva neonatale che l'ha preso in cura. La donna vorrebbe tuttavia chiamarlo Gabriele anche se ciò richiederà, a questo punto, una procedura non facile. La georgiana, che ha allattato il piccolo, è stata ascoltata in ospedale dove è ricoverata nel reparto di ginecologia, su disposizione della Procura minorile, che ha preso atto di quanto dichiarato dalla donna spiegandole che sull'affidamento andranno fatte delle valutazioni.
La donna nel pomeriggio di venerdì 11 aveva partorito il neonato nel bagno della donna che assiste, recidendo poi da sola il cordone ombelicale e gettando la placenta nella spazzatura.
La badante georgiana era stata rintracciata qualche ore dopo dalla Polizia, che aveva visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Anche lei è ricoverata in ospedale in quanto necessita di cure (ha anche rischiato l'emorragia dopo il parto). La 24enne, assistita dall'avvocato Francesco Zinzi, è indagata per abbandono di minore aggravato. A quanto si è appreso, dovrebbe depositare l'istanza per il riconoscimento della maternità nelle prossime ore e comunque prima che scadano i 10 giorni previsti dalla legge. La decisione finale, tuttavia, spetta alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Taranto. Secondo quanto riferito dagli investigatori, alla base del gesto compiuto dalla donna ci sarebbe la paura di perdere il lavoro e la mancata conoscenza della legge italiana che permette il parto in anonimato. E' intervenuta anche l'ambasciata georgiana.