Leggere e recensire il libro “Le mele del signor Peabody”, scritto dalla popstar Madonna e incentrato sul potere delle parole e su come sceglierle attentamente per non ferire nessuno. È la “punizione” a cui un tifoso di calcio dell’Ancona ha accettato di sottoporsi - insieme a 5 ore settimanali di volontariato in Croce Rossa, per 3 mesi - per redimersi dalle espressioni diffamatorie formulate sui social nei confronti di Stefano Marconi, ex presidente dell’Anconitana, ed evitare così il processo.
Il percorso
La messa alla prova, accettata dal tribunale, durerà 6 mesi. Il prossimo 30 settembre l’imputato - difeso dall’avvocato Sabrina Montali - verrà riconvocato per valutare se il piano messo a punto dall’Uepe (l’Ufficio per l’esecuzione penale esterna) sarà stato rispettato, nel qual caso il reato di diffamazione aggravata verrà estinto. Il tifoso di 55 anni dovrà pure effettuare una donazione di 500 euro a Marconi per riparare simbolicamente il danno causato alla sua immagine: quando il titolare della Rays era alla guida del club biancorosso, nel 2020, il supporter, sulla propria pagina Facebook si era lasciato andare a commenti che, per l’ex presidente biancorosso, insinuavano una mala gestione societaria finalizzata all’illecito. «La situazione presenta un forte odore di marcio», commentava (ricevendo numerosi feedback dei tifosi) a proposito della supposta coesistenza tra l’Us Anconitana e l’Academy Anconitana Asd, quest’ultima società di puro settore giovanile, con matricola diversa, nella quale Marconi non rivestiva alcun ruolo.
L’assistente sociale - dopo un colloquio preliminare - gli ha affidato il compito di leggere il libro di Madonna «per sostenere la revisione critica del proprio comportamento» e poi presentare una riflessione personale, scritta, al termine del percorso svolto. Ma perché proprio quella lettura? Perché “Le mele del signor Peabody” si basa su una storia vecchia di 300 anni, tramandata a Madonna dal suo insegnante di Kabbalah, il cui insegnamento è «mai giudicare una persona con fretta e guai a dimenticare il potere delle parole» . Parla infatti di uno stimato maestro elementare che un suo alunno fa passare per ladro perché ogni mattina lo vede addentare una mela alla bancarella della frutta e andarsene senza pagare, inconsapevole del fatto che tra lui e l’ambulante c’è un accordo per saldare il conto alla fine della settimana.