La confessione è arrivata dopo due giorni di interrogatori. Gli inquirenti affermano di avere «a tratti dubbi sulla sua sanità mentale», e evocano in particolare una «dipendenza da videogiochi» che avrebbe potuto degenerare in patologia. Il dramma è avvenuto in un piccolo villaggio non lontano da Strasburgo, nella villetta di famiglia.
A dare l'allarme era stata una vicina, da cui l'adolescente era andato a bussare a torso nudo e coperto di sangue, raccontando che un vagabondo era entrato in casa e aveva aggredito lui e i fratelli. Giunti sul posto, i soccorsi hanno trovato il corpo della sorella in una pozza di sangue, uccisa con diversi colpi di arma da taglio, e il fratellino gravemente ferito ma ancora in vita.
Il piccolo è stato subito trasportato in elicottero all'ospedale di Strasburgo, dove resta ricoverato in condizioni disperate. Il racconto del quindicenne, che secondo fonti vicine all'inchiesta «faceva affermazioni incoerenti e inverosimili», è subito sembrato sospetto alla polizia, che lo ha messo in stato di fermo già nella tarda serata di martedì. Dopo quasi due giorni di dichiarazioni «confuse» e «laconiche», il ragazzo ha confessato. Nel pomeriggio di oggi comparirà davanti al giudice, che dovrebbe richiedere una perizia psichiatrica.