Festa della Liberazione: i libri che parlano di guerra e resistenza da leggere per il 25 aprile

Basta sfogliare un libro per ripercorrere quegli anni

Festa della Liberazione: i libri che parlano di guerra e resistenza da leggere per il 25 aprile
di Ebe Pierini
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Giovedì 25 Aprile 2024, 11:20

Il 25 aprile si celebra la festa della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Data fondamentale per la storia della nostra Repubblica simboleggia il riaffermarsi della democrazia e della libertà ma anche la fine della guerra e di tutto quello che, in termini di dolore e lutti, essa ha comportato. Si riparte da lì per ricostruire. In questo giorno di festa nazionale il presidente della Repubblica italiana e le più alte cariche dello Stato rendono omaggio al Milite Ignoto presso l’Altare della Patria a Roma, con la deposizione di una corona di alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi italiani nelle guerre. Ma è anche l’occasione per riflettere e ricordare, rivivere.

Basta sfogliare un libro per ripercorrere quegli anni, riscoprire i valori che li animarono, comprendere le angosce della guerra, la prostrazione psicologica ingenerata dai conflitti ma anche cogliere le speranze che animava quelle genti. La storia di quei giorni ha ispirato grandi romanzi considerati ormai dei classici della letteratura italiana. Basti pensare a “Il partigiano Johnny” di Beppe Fenoglio (Einaudi); “L’Agnese va a morire” di Renata Viganò (Einaudi); “La storia” di Elsa Morante (Einaudi); “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino (Mondadori); “La casa in collina” di Cesare Pavese (Einaudi) e “Uomini e no” di Elio Vittorini (Mondadori).

Ma ci sono anche molti romanzi molto più recenti incentrati sul tema della Liberazione rivolti ad un pubblico eterogeneo di diverse fasce d’età, a partire dai 5 anni.

“La montagna delle illusioni” di Paolo Paci (Piemme)

Il romanzo narra la storia di Antonio che è un artista di fama internazionale, ma è anche un figlio della montagna. Dal villaggio di Concabella, immerso in una natura meravigliosa, ma chiuso e claustrofobico, è fuggito oltre vent'anni prima, allontanandosi da un padre che non l'ha mai capito e che ora è morto. Per lui tornare è quindi un doloroso tuffo nel passato. In quella valle dove è nato ritrova i resti dimenticati della sua famiglia e le antiche storie del paese. Tra queste, il segno indelebile di un evento terribile: il monumento che commemora cinque partigiani uccisi dopo l'armistizio del '43. Quei ragazzi, nascosti per mesi in una baita ad alta quota, vennero riforniti a lungo da una giovane staffetta, Santina. Poi, all'improvviso, la sparizione della ragazza, un misterioso tradimento e la fucilazione dei cinque. Camminando per i sentieri scoscesi della valle e tra le vie di Concabella, là dove ancora si sussurra della tragica fine dei cinque ragazzi, Antonio ripercorre la vicenda e si avvicina sempre più a una nuova verità che coinvolge inaspettatamente la sua famiglia. Indagare il passato sarà per lui un modo per riconciliarsi con la memoria del padre e fare pace con un luogo che ha tanto odiato. Questo libro narra una storia familiare e unisce la descrizione di un territorio in continua evoluzione a una profonda indagine dell'animo umano.

“Il carnefice” di Antonio Iovane (Mondadori)

Ci sono un monumentale lavoro di ricerca, un’appassionata serie di interviste ai protagonisti della vicenda e materiale del tutto inedito dietro questo libro che carnefice racconta tre storie: quella della cattura del vecchio nazista Erich Priebke grazie al lavoro di agenti internazionali, l’estradizione e i processi in un Paese profondamente diviso tra chi chiedeva giustizia e chi invocava clemenza per un uomo ormai anziano; quella della carriera di Priebke a Roma, del suo ruolo di predatore di partigiani e della fuga rocambolesca in Argentina dopo la caduta del Reich e infine una storia di radici, quelle dell’Italia di oggi. A Bariloche, ai piedi delle Ande, c’è un uomo che ogni mattina raggiunge la scuola tedesca dove insegna, fa lezione ai ragazzi e per pranzo torna a casa dalla moglie. Vive lì da quasi cinquant’anni, è perfettamente integrato, rispettato, ha una solida rete di amicizie. Un giorno, fuori dalla porta trova ad attenderlo una troupe televisiva americana che gli chiede se sia davvero Priebke, membro della Gestapo, a Roma, nel 1944,. Erich Priebke, era il capitano della polizia tedesca che il 24 marzo 1944 chiamava i nomi dei 335 uomini da condurre all’interno delle Fosse Ardeatine per essere fucilati. Come ha fatto a fuggire in Argentina e vivere indisturbato per mezzo secolo senza che nessuno gli chiedesse ragione dei suoi crimini? Attraverso questo libro si cerca di ricostruire questa storia nella storia.

“Il giorno in cui cambiò ogni cosa” di Laura Pezzino (Il Battello a Vapore)

Questo libro è dedicato ad un pubblico di giovani lettori. Ed infatti le vicende della Liberazione sono narrate intersecandole alla storia di Cora è una ragazza di città, che frequenta le medie e vive con la madre Tilda che è sempre molto triste, mentre il padre, professore universitario, si è trasferito già da qualche anno a Stoccolma. All'inizio dell'estate madre e figlia vengono richiamate a Brisca, un piccolo borgo dell'Appennino tosco-romagnolo, dove vive Irma, la nonna di Cora, che lei non ha mai veramente conosciuto. Qui la ragazzina progetta di dedicarsi alla scrittura del suo primo romanzo, ma incontra invece una nuova comunità di persone che la distoglie dal suo intento, facendola concentrare sulla storia della sua famiglia. Sono i ragazzi del Circolo dei Partigiani che l’accolgono calorosamente come membro e lei si sceglie persino un nome di battaglia: Wanda. Il bar della nonna è al centro di una lotta che risale al 1944, quando il paese era diviso tra partigiani e fascisti, e Cora riesce a ricostruirne la trama attraverso i diari della nonna, ritrovati in un vecchio baule. Scopre così che sua nonna era una giovanissima staffetta della Resistenza che nascondeva i messaggi da consegnare nelle trecce di capelli. La vita di una ragazzina di oggi si intreccia con quella di una giovane che contribuì alla Liberazione.

“La magnolia” di Lida Ziruffo e Sarah Zambello (Edizioni Clichy)

Per celebrare il 25 aprile, questo libro illustrato, pensato per bambini ai partire dai 5 anni, pennella magistralmente una pagina della nostra storia, riecheggiando le atmosfere di “Novecento” di Bernardo Bertolucci e de “La notte di San Lorenzo” dei fratelli Taviani. È un potente e delicato racconto di coraggio e libertà, speranza, crescita e resistenza, da sfogliare con genitori e nonni per conoscere, capire, ricordare. Nell’aia, accanto alla casa, svetta una grande magnolia. Intorno, a perdita d’occhio, la campagna. Con le sue foglie e i suoi rami forti come le braccia dei papà, quell’albero è il posto preferito dai bambini, che si arrampicano e si nascondono tra le sue fronde. Ed è proprio da lassù che, un giorno, guardano i papà partire, zaini in spalla, l’uno dietro l’altro. Da quel giorno tutto cambia, e di tempo per giocare non ne resta più molto. La magnolia, lei sì, resta al suo posto, e quando una notte spuntano uomini guardinghi, magri e forti, coi fazzoletti rossi al collo, che non sono i papà ma gli assomigliano tantissimo, è sui suoi rami che trovano rifugio. Al mattino sono già spariti, lasciando solo un ricordo, un binocolo fra le foglie, che non sfugge ad altri uomini in divisa arrivati a cercarli su una camionetta. Ma i bambini e il grande albero sapranno proteggere il loro segreto, e il binocolo rimarrà lassù, stagione dopo stagione, in attesa di un nuovo giorno.

“Per la libertà. Raccontare oggi la Resistenza” di Stefano Garzaro (Piemme)

L’autore, attraverso queste pagine, risponde ad una serie di domande quanto mai attuali in questi giorni: perché festeggiamo il 25 aprile? Cos'è stata la Resistenza? Chi erano i partigiani? Quali avvenimenti hanno portato l'Italia a partecipare alla Seconda Guerra Mondiale? Considera il punto di vista di coloro che erano ragazzi prima e durante la guerra. Com'era la loro vita? Quali le loro difficoltà? Cosa significava essere una bambina o un bambino ebreo dopo l'approvazione delle leggi razziali? Qual è stato il ruolo delle ragazze e dei ragazzi nella lotta per la libertà? Grazie a una sapiente alternanza di resoconti storici, approfondimenti tematici e racconti veri della vita dei giovani protagonisti della resistenza, questo libro accompagna i lettori in un viaggio alla scoperta delle radici della nostra libertà. Suggerito per bambini a partire dai 9 anni.

“Il bosco dove tutto cominciò. Storia di una famiglia partigiana” di Tommaso Sacchi e Rossella Köhler (Mondadori)

Il nonno paterno di Tommaso, Edoardo, nome di battaglia Dado, ha un passato ricco di ricordi.

Tornare insieme a lui nei boschi della Val Pellice, dove si è nascosto da ragazzo significa ripercorrere quei sentieri su cui si è combattuta la storia italiana, dove migliaia di partigiani hanno rischiato la vita, ribellandosi ai fascisti per riscrivere il futuro del nostro Paese. Tommaso ritrova anche le tracce della storia dello zio materno Gianpaolo, morto poco più che ventenne, dopo aver deciso di togliersi la divisa dell'esercito con l’obbiettivo di difendere libertà, democrazia e parità. Scritto per bambini dai 10 anni di età.

“Mille papaveri rossi” di Sergio Badino (Piemme)

La guerra di Piero è uno dei brani più celebri di Fabrizio De André. Questo romanzo immagina la storia di Piero prima della scena descritta nella canzone. Cresciuto insieme agli amici Nina e Luigi in un paesino sulle colline del Monferrato, Piero trascorre infanzia e adolescenza tra la scuola e i giochi nei campi di grano. L'amicizia con Nina si trasforma con il tempo in un sentimento più forte. A seguito dell’ascesa del fascismo e dell'entrata in guerra a fianco della Germania nazista, dopo aver aiutato Nina e la sua famiglia a emigrare, Piero viene mandato al fronte. Ed è in un campo di papaveri, che gli ricorda il profumo di casa, e con nel cuore l'amore per Nina, che incontra il soldato "con la divisa di un altro colore". Per bambini a partire da 8 anni di età.

“Una bella Resistenza. Un viaggio per l'Italia attraverso storie, incontri, memoria” di Daniele Aristarco (Mondadori)

L'autore conduce con sé il lettore nel suo viaggio in treno tra le città d'Italia, per mostrargli i luoghi della resistenza e fargli ascoltare le voci di chi si è opposto al regime fascista. Si parte da Bolzano, dove la storia di Zeudi si intreccia a quella di un partigiano con la pelle del suo stesso colore, Giorgio Marincola; lungo i marciapiedi di Milano ci si imbatte in una targa d'ottone che ricorda un Giusto tra le nazioni; a Correggio si rivive l'incredibile avventura del comandante Diavolo e a Roma si ascolta la voce di Camilla e delle straordinarie donne della sua famiglia. Poi si raggiungono Lampedusa e Capo Teulada, per approdare tra i ricordi di un ragazzino che all'epoca non aveva che dieci anni, ma era già abbastanza sveglio da capire che bisognava reagire e lottare. Età di lettura: da 6 anni.

“Una vita partigiana” di Teresa Vergalli (Mondadori)

Teresa Vergalli è stata partigiana combattente, nome di battaglia Anuska. Era una staffetta: percorreva in lungo e in largo le campagne della Val d’Enza, tra la provincia di Reggio Emilia e quella di Parma, portando messaggi e documenti, ma anche guidando dirigenti e responsabili militari da un punto all’altro, curandosi che non venissero intercettati o arrestati. Tra il 1944 e il 1945 si è ritirata in montagna per sfuggire ai rastrellamenti, poi è tornata di nuovo in pianura a organizzare i Gruppi di difesa delle donne per la Resistenza e per l’emancipazione, a tenere un’infinità di colloqui e piccole riunioni segrete per l’educazione democratica della popolazione e degli stessi partigiani. Finita la guerra, ha terminato gli studi e proseguito l’attività politica: ha partecipato alla creazione dell’Unione Donne Italiane e dell’Associazione delle ragazze, poi ha scelto di diventare maestra elementare, con la missione di contribuire a creare cittadini consapevoli, capaci di coscienza sociale e di solidarietà. Oggi Teresa Vergalli ha novantacinque anni e sente il bisogno di raccontare la propria storia.

“Dove finisce Roma” di Paola Soriga (Mondadori)

Ida, giunta dodicenne dalla Sardegna nel ’38 per vivere nella capitale, è la protagonista di questo romanzo Dove finisce Roma si va a lavare i panni e a prendere l’acqua alla marrana, ci sono le baracche della gente malfamata. E ci sono le grotte, dove si andava a giocare, e ora si va a rifugiarsi dalle bombe, a morire, come le trecentotrentacinque vittime delle Fosse Ardeatine, o a nascondersi dai fascisti che ti cercano, come fa anche lei. La sua storia privata, tra nostalgia di casa e primi amori, si intreccia con la grande storia: i rastrellamenti nel ghetto, i bombardamenti su San Lorenzo, le violenze degli occupanti tedeschi, l’attesa degli americani. Fino alla decisione di entrare nella Resistenza.

Per chi invece volesse approfondire gli aspetti psicologici di ogni conflitto, gli strascichi impressi nelle anime di coloro che le guerre hanno combattuto, vissuto, subito ecco alcune proposte di recente pubblicazione. 

“Notte inquieta” di Albrecht Goes “Marcos y Marcos”

Brucia come sale su una ferita. Fa male come un pugno sferrato allo stomaco. Ti lascia senza fiato e senza parole. È un’angoscia silenziosa che ti scava dentro. “Notte inquieta” è un libro duro, crudele, acuminato come lama che incide le coscienze. Ti carica di angoscia. Ti preme addosso una tristezza infinita. È il racconto di un’ultima notte. Quella di un condannato a morte e quella di un soldato che sta per partire per la prima linea. È una sera di ottobre del 1942, in Ucraina. Nella locanda di Proskurov giunge il pastore tedesco venuto ad assistere un condannato a morte. Non ci sono abbastanza stanze e deve dividere la sua con un capitano in partenza per il fronte di Stalingrado. Fuori infuriano la tempesta e la guerra che Hitler, pervaso dalla follia nazista, pensa ancora di vincere. Il religioso acconsente a che Melanie, la fidanzata del capitano, trascorra con lui quell’ultima notte. E, mentre i due amanti si appartano in un angolo per scambiarsi effusioni e passione, il pastore studia il fascicolo dell’uomo che verrà fucilato per diserzione. Un’ora prima dell’esecuzione, nella cella del carcere, sarà lui a confermargli la condanna a morte e a offrirgli il supporto religioso e morale ma anche un abbraccio fraterno. “Siamo in guerra, non si può vivere come si vorrebbe e tanto meno morire come si vorrebbe”. Sarà al pastore che il condannato Baranowski, un “uomo fatto di carne e sangue di speranza e di paura, angoscia e tormento”, affiderà la sua ultima lettera. Poi, all’alba, il plotone d’esecuzione, la benda sugli occhi, l’ultima stretta di mano col cappellano. Infine la raffica di colpi e la morte. “La morte violenta è come una febbre che penetra attraverso le fessure e i sogni”. All’aeroporto intanto l’aereo del capitano con il quale il pastore ha diviso la stanza decolla per Stalingrado. Due destini che si compiono in un libro che è un viaggio introspettivo che conduce alla consapevolezza dell’insensatezza di ogni guerra. Una curiosità: l’autore Albrecht Goes ha prestato servizio come cappellano militare durante la seconda guerra mondiale. Da “Notte inquieta”, libro tradotto in 18 lingue, sono stati tratti un film ed uno sceneggiato televisivo per la BBC.

“Rigenerazione” di Pat Barker (Einaudi)  

Questo romanzo monumentale sulla generazione che è stata spazzata via dalla Prima guerra mondiale ha vinto il Man Book Prize 1995. È ambientato ad Edimburgo, nel 1917. Al Craiglockhart War Hospital lo psichiatra William H. R. Rivers cura i soldati traumatizzati dalla guerra perché siano in grado di tornare al fronte. Tra i suoi pazienti ci sono i poeti Siegfried Sassoon, Wilfred Owen e Billy Prior, che ha perso la memoria a causa di un incidente di cui non ricorda nulla. Nel corso del conflitto, le storie di questi quattro personaggi così diversi, ma uniti da una profonda umanità, si intrecceranno come accade solo davanti al dolore. Gli ordini ricevuti dal dottor Rivers sono precisi: stanare gli imboscati, rimettere gli uomini in piedi così che possano tornare a combattere. Ma Rivers sa che quello a cui i suoi pazienti hanno assistito li ha svuotati, forse per sempre, ed è deciso a salvarli. Billy Prior comunica solo tramite bigliettini, David Burns non riesce più a mangiare. E Siegfried Sassoon, uno dei poeti più famosi del tempo, è deciso a tornare in trincea, accanto ai suoi uomini, nonostante il suo acceso antimilitarismo.

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