Violenza sessuale in palestra, la vittima del finto fisioterapista: «Mi ha chiesto di spogliarmi»

Dopo la denuncia di una donna, la Finanza ha potuto ricostruire gli abusi. Indagata anche la compagna del coach

Violenza sessuale in palestra, la vittima del finto fisioterapista: «Mi ha chiesto di spogliarmi»
di Marco Cusumano
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Lunedì 22 Aprile 2024, 22:50

L’INCHIESTA

E’ indagata per esercizio abusivo della professione anche la compagna di Biagio Marsella, il 29enne di Fondi arrestato con l’accusa di aver abusato di alcune giovani donne durante i suoi trattamenti di fisioterapia e ginnastica posturale. Secondo la ricostruzione degli investigatori, la compagna di Marsella, anche lei di 29 anni, eseguiva dei trattamenti di radiofrequenza, alcuni dei quali documentati durante le indagini, al costo di 220 euro mensili. Il centro sportivo, finito sotto sequestro, offriva una vasta possibilità di trattamenti, indicati all’ingresso della struttura, ma anche con numerosi post pubblicati sui social network: “crioterapia, elettroporazione, radiofrequenza e pressoterapia”. Le telecamere piazzate nella palestra dimostrano chiaramente il pagamento che veniva effettuato da diversi pazienti per accedere alle terapie di vario genere, comprese quelle a ultrasuoni.

La consulenza tecnica, disposta dalla Procura di Latina, conferma che i trattamenti di chioterapia e pressoterapia debbano essere effettuati in presenza di un medico, così come la rieducazione posturale va effettuata da un fisioterapista.

Tutte queste attività, invece, avvenivano nella palestra di Fondi in assenza delle autorizzazioni previste, senza titoli e senza neppure l’iscrizione all’albo professionale.

GLI ABUSI SESSUALI

Ma il fulcro delle indagini riguarda Biagio Marsella, indagato anche lui per esercizio abusivo della professione, ma soprattutto per violenza sessuale. Le vittime sono quattro, tre giovani donne e una minorenne di appena 16 anni. Le modalità di azione sono più o meno simili in tutti gli episodi ricostruiti dagli investigatori della Guardia di Finanza attraverso le sommarie informazioni raccolte dalle vittime, dalle immagini registrate attraverso la videosorveglianza e dal materiale sequestrato nella palestra.

La denuncia di una delle vittime è stata presentata nel settembre 2023, ma il primo episodio individuato risale all’anno precedente, quando la giovane donna si recò nella studio di Fondi per una prima consulenza. In quella occasione Marsella, secondo la denuncia, chiuse la porta a chiave chiedendo alla donna di spogliarsi e restare in abiti intimi. Poi prese le misure, sostenendo di farlo per poter personalizzare il piano di ginnastica posturale visto che la paziente lamentava dolori alla schiena. Già in quella prima occasione, il falso fisioterapista iniziò a palpeggiare la ragazza in punti sensibili come seno, glutei e interno coscia. La giovane iniziò le sedute di ginnastica posturale, ma l’atteggiamento del presunto fisioterapista sembrava sempre più ambiguo, fino a superare ogni limite.

Nella denuncia, la donna descrive diversi “strusciamenti” delle parti intime, tastando parti sensibili con un approccio che non aveva nulla a che vedere con la fisioterapia mirata alla risoluzione di un problema di tipo posturale. In un’occasione la donna fu invitata addirittura a togliere il reggiseno, lei accettò pensando di doversi sottoporre a qualche manovra particolare, ma poi rendendosi conto della situazione ambigua vietò all’uomo di toccarla ulteriormente. Fu in quella occasione che la donna prese consapevolezza di quanto stava realmente accadendo e della gravità degli abusi a cui era stata sottoposta nelle sedute precedenti.

Le sedute “ambigue” coinvolsero anche altre due donne maggiorenni e una ragazzina di appena 16 anni, sottoposta a tre diversi incontri. In un caso, sempre secondo l’accusa, si verificò un rapporto sessuale completo con una delle maggiorenni. Una delle donne, sotto shock dopo la “visita”, raccontò di essere corsa a fare una “doccia purificatrice” subito dopo.

Secondo l’accusa, Marsella contattò le clienti tentando di convincerle della correttezza delle pratiche alle quali erano state sottoposte. Pratiche che, secondo i magistrati, non sono altro che violenze sessuali.

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