Veneto: manca il taglio del legno, così vince l’importazione

Nel 2023 sono arrivati dall'estero 329 milioni di tessuto vegetale piallato e tagliato, appena 56 milioni il materiale grezzo

Veneto: manca il taglio del legno, così vince l’importazione
di Maurizio Crema
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Mercoledì 8 Maggio 2024, 16:10 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 07:48

Il Nordest è ricco di boschi ma non riesce a utilizzarli per alimentare i distretti che realizzano mobili che si esportano in tutto il mondo.

Il risultato è che la “materia prima” viene per la maggior parte importata e che non si riesce a creare una filiera di lavorazioni iniziali in loco evitando sprechi come quelli post tempesta Vaia, con tante piante lasciate a marcire.

«È come avere il petrolio e non tirarlo fuori. Faccio un esempio: la provincia di Belluno è la più boschiva d’Italia. Ma non riesce a sfruttare i suoi boschi perché manca un sistema di taglio e di lavorazione in loco. Le nostre segherie sono troppo piccole per alimentare i distretti del mobile del Nordest. Il risultato è che gran parte di questa materia prima viene esportata nei Paesi vicini, Austria, Croazia, Slovenia, e poi reimportata qui come semilavorati - dice Mario Pozza, presidente Unioncamere del Veneto - Insomma, questa risorsa viene sprecata oppure svenduta come è accaduto dopo la tempesta Vaia.

Si pensa troppo in piccolo e si spreca una grande occasione di sviluppo per la montagna, non solo veneta».

I dati

Gli ultimi dati 2023 fotografano la situazione: le importazioni venete di legno grezzo l’anno scorso ammontavano a oltre 56 milioni, quelle di legno piallato e tagliato a più di 329 milioni. L’export è rispettivamente di 9,5 milioni e 149,9 milioni. In Friuli Venezia Giulia l’import di legno grezzo è stato di 82,3 nel 2023, quello di legno “lavorato” di 146 milioni. L’export è stato di 10,5 e 87,5 milioni. In Trentino Alto Adige, quarta regione per export di legno in Italia per quasi 229 milioni, dato in flessione del 4,9% per il “taglio” di acquisti da Germania e Austria. «L’Italia ha il 35% del territorio coperto da foreste.

Le imprese della filiera del legno-arredo e la catena produttiva ricevono un approvvigionamento di legname che proviene per l’80% dall’estero - riassume Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo -. Una dipendenza che espone le aziende a rischi e fluttuazioni di prezzo. È necessario sviluppare un piano per sfruttare il grande potenziale del nostro Paese».

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