Ha ragione l'Equipe, il quotato quotidiano sportivo francese, che ha assegnato a Jannik Sinner la maglia nera di principale delusione 2022? Ha sminuito, magari per gelosia, i reiterati infortuni che hanno frenato il 21enne d'oro? Oppure è giusto criticare lui e il 26enne Matteo Berrettini, dopo le ATP Finals coi migliori 8 del 2021, da solidi top 10, e le esclusioni di quest'anno?
LEZIONE DI VITA
Da ragazzo intelligente, maturato in fretta, Jannik, uno dei talenti mondiali precoci più forti, insieme ai 19enni Carlos Alcaraz e Holger Rune, e al 20enne Lorenzo Musetti, sa di aver agito troppo d'impulso a gennaio quando ha chiuso bruscamente il rapporto con papà-Piatti. Dopo l'esplosione 2021, con 4 titoli ATP, quest'anno si è fermato a uno, ad Umago, scivolando al numero 15. Che per lui è deludente, come per l'Equipe che lo definisce «apatico» contro Tsitsipas a Melbourne, «senza soluzioni» a Wimbledon contro Djokovic e «nonostante due set di vantaggio, travolto alla fine da Alcazar agli US Open in un match monumentale».
TROPPO BUONO
Matteo Berrettini sa da sempre che deve convivere con gli infortuni: le giunture non sostengono quel fisico potente e possente e sarà sempre a rischio con quel suo gioco di grandi sbracciate di servizio e dritto. Saltando Wimbledon per Covid, malgrado fosse fra i favoriti e potesse tacere il virus, disputando comunque la finale di Napoli malgrado fosse handicappato al piede e poi buttandosi comunque nella mischia in Davis ha confermato di aver un gran cuore. Magari troppo. Comunque ha portato a casa 2 titoli ATP in 4 finali, più una semifinale e un quarto di finale Slam. Da 16 del mondo, ha valide aspettative da top 10 come Sinner.
I DUE LORENZO
Il talento tecnico di Musetti era già noto da junior, quello di lottatore di Sonego sembrava sopito dopo le delusioni in nazionale. Nella seconda parte della stagione i due Lorenzo hanno fatto un importante salto di qualità, rafforzando il Dream Team azzurro e ravvivando i sogni di un'altra coppa Davis dopo quella storica del 1976. Musetti, dalla finale vinta ad Amburgo contro Alcaraz, ha fatto il famoso passo avanti in campo, è diventato più solido di dritto e servizio, e così ha addomesticato anche il cemento, aggiudicandosi Napoli, pur arrivando stremato alle NextGen Finals di Milano e alla Davis a Malaga. Sonego s'è scosso vincendo Metz ed è stato il miglior azzurro in Spagna battendo Tiafoe e Shapovalov e dimostrandosi ben più forte del numero 45 ATP. Dando un'altra scossa al nugolo di fortissimi under 21 azzurri, fra i primi 31 del mondo: da Passaro ad Arnaldi, da Nardi a Bellucci, da Zeppieri a Cobolli, da Maestrelli a Darderi, a Gigante. Un boom che la stessa Equipe e il presidente della Federtennis francese, Moretton, sono venuti a studiare in Italia. E il 2023 sta per arrivare...