Ostia, maestra rimprovera alunno del clan Spada: la madre la aggredisce con schiaffi e calci all'uscita da scuola. «Non devi sgridare mio figlio»

Ostia, la moglie di un esponente del clan ha preso a calci e pugni la docente

Una veduta aerea di piazza Gasparri a Ostia, la roccaforte del clan Spada
di Mirko Polisano
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Mercoledì 8 Maggio 2024, 16:26 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 08:24

«Non ti devi permettere di sgridare mio figlio, siamo gli Spada». E prende a schiaffi e calci la maestra. Choc all’uscita di una scuola di Ostia, dove l’altra mattina genitori e docenti hanno assistito a un agguato in piena regola ai danni di un’insegnante. A colpirla, prima con parole offensive e poi arrivando alle botte, una mamma legata al clan sinti che sul mare di Roma vuole continuare a dettare legge. I fatti, sulla cui ricostruzione stanno lavorando le forze dell’ordine, si sono registrati martedì poco prima dell’ora di pranzo. L’insegnante, avendo finito il turno di lavoro, si apprestava a rientrare a casa quando è stata avvicinata dalla mamma del suo alunno. Lo studente era stato rimproverato dalla maestra perché disturbava la lezione, forse una chiacchiera di troppo con il compagno di banco, tanto da richiedere l’intervento della docente. Tornato a casa, avrebbe raccontato tutto ai genitori e così, l’indomani, la madre non ci ha pensato due volte di recarsi a scuola per “vendicarsi” dello sgarro subito. Ha atteso che la docente uscisse, per portare a compimento il piano.

 

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I fatti

Davanti anche ad altri docenti e genitori, in attesa di prendere i figli prima del suono della campanella, la donna ha iniziato a inveire contro la maestra. «Non ti dovevi permettere di rimproverare mio figlio», avrebbe urlato.

Per poi passare all’azione: schiaffi al volto e calci all’addome, da quanto ricostruito da alcuni testimoni. Nel frattempo, l’intervento di altri familiari della donna. Questi, da quanto risulta da una prima ricostruzione, avrebbero cercato di placare gli animi e non di infierire contro l’insegnante. La segreteria della scuola si è subito attivata per chiamare i soccorsi. 

 

I soccorsi

Sul posto, un’ambulanza del 118 che ha prestato le prime cure alla donna (che avrebbe presentato lievi ferite) in visibile stato di choc. Si è reso necessario anche l’intervento delle forze dell’ordine che hanno ascoltato la maestra, mentre la mamma si era già allontanata, portata via dai familiari. Sull’episodio c’è un’indagine in corso, su cui vige il massimo riserbo e a prescindere dalla denuncia della parte offesa. I docenti, infatti, sono pubblici ufficiali a tutti gli effetti e in caso di offese e aggressioni si può procedere d’ufficio. La donna che ha aggredito l’insegnante sarà comunque sentita dagli inquirenti nelle prossime ore. Sull’accaduto, il dirigente scolastico, senza smentire, si trincera dietro a un secco: «no comment», lasciando però intendere di aver attivato tutte le procedure necessarie per informare gli uffici didattici e le autorità scolastiche competenti. 

 

Le reazioni

Davanti ai cancelli della scuola, si respira un clima di tensione all’indomani dell’aggressione. La maestra non si sarebbe recata al lavoro, ancora turbata per l’accaduto, mentre tra i genitori sono in pochi a voler parlare. La maggior parte: «Non c’ero», oppure: «Ero lontano, ho sentito solo una gran confusione, ma pensavo fosse una lite per il parcheggio, come spesso capita qui fuori». A pronunciare quel nome, “Spada”, qualcuno ha ancora paura. 
Si è mobilitato sul fatto anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha contattato il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, per informarsi su quanto accaduto. Il ministro ha chiesto anche di procedere «con determinazione affinché il vile gesto non rimanga impunito», manifestando la solidarietà e la vicinanza a tutto il personale docente. E il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha fatto sapere che ha intenzione di incontrare la docente: «Nei prossimi giorni porterò la mia solidarietà alla maestra. Nessuno si deve permettere di toccare un insegnante. Lo Stato farà sentire la sua forza contro chi non rispetta i suoi docenti». 

 

La cosca

Il clan di Ostia è stato riconosciuto come un'associazione per delinquere di tipo mafioso. È quanto ribadito dalla Cassazione in linea con quanto stabilito in primo grado il 24 settembre del 2019 e poi ribadito dalla prima corte d'assise d'appello di Roma il 12 gennaio del 2021. E la donna che ha aggredito la maestra è la moglie di uno degli esponenti di spicco della cosca, a processo per 416bis. Tra i mille «non visto» e «non sentito», c’è chi - pur volendo restare nell’anonimato - si sbottona: «Non ho mai assistito a episodi così violenti - racconta una mamma - la maestra è stata presa a calci in pancia, poi sono intervenute altre persone, credo i familiari della donna che picchiava, e hanno cercato di fermarla. È durata qualche minuto, ma è stata una brutta scena che non dimenticherò». Poi c’è chi si raccomanda: «Questa è una scuola di frontiera è vero, ma in questo quartiere ci vive anche tanta gente perbene. Non solo i clan, non è solo la loro zona. Ma anche quella di tante persone che pensano solo a lavorare». 

 

 

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