Tre indagati per la morte di Michela Andretta, l’estetista 28enne di Acilia morta venerdì scorso dopo un intervento per l’asportazione di un angioma all’orecchio nella clinica “Fabia Mater” sulla Prenestina. Si tratta dell’anestesista Ksenia Trembiskaya, del chirurgo Francesco Stillo, che ha effettuato l’intervento, e del medico Giampietro Bianchini. A loro il pm Francesco Paolo Marinaro contesta i reati d’omicidio colposo e di responsabilità colposa per morte o lesioni personali nell’ambito sanitario. Intanto, è stato conferito l’incarico per l’autopsia che si svolgerà oggi al policlinico di Tor Vergata. Anche la famiglia della ragazza ha nominato un proprio medico legale.
«Vogliamo giustizia, che qualcuno ci spieghi come è possibile che una ragazza di soli 28 anni e in salute possa essere morta per un’operazione di routine», avevano spiegato i genitori e il compagno, Andrea Carboni, allenatore delle giovanili della Pro Calcio Aurelio.
Venerdì mattina Michela era stata accompagnata dalla mamma e dal papà in clinica.
«I miei assistiti – spiega l’avvocato Marina Colella – hanno il diritto di conoscere la verità. I genitori, il fidanzato sono devastati e choccati, nessun giustizialismo». I primi riscontri si concentreranno nel capire se tutte le pratiche sanitarie e di sicurezza siano state rispettate dalla clinica in ogni fase dell’intervento. Sarà necessario accertare anche se Michela potesse avere intolleranze o patologie sconosciute fino a quel momento oppure conosciute dai sanitari. Anche se, a detta di tutti «Michela era una ragazza sana e sportiva. In passato era stata sottoposta ad altri interventi, anche con anestesia, e non aveva avuto problemi».