Atac, sì dei pm al concordato:
non deve fallire, fa servizio pubblico

Atac, sì dei pm al concordato: non deve fallire, fa servizio pubblico
di Michela Allegri
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Lunedì 18 Giugno 2018, 16:24 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 07:37

Arriva il primo via libera al concordato preventivo di Atac. La proposta per salvare la municipalizzata dei trasporti supera - con fatica - lo scoglio della procura. Dopo la bocciatura dei mesi scorsi e dopo la lunga lista di prescrizioni che riguardavano praticamente ogni punto del «salva-Atac», il procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e i pm Stefano Fava e Giorgio Orano, delegati agli affari civili di piazzale Clodio, hanno depositato ai giudici del Tribunale fallimentare il nuovo parere sulle sorti dell’azienda, gravata da 1,3 miliardi di debiti. Ora la parola passa al collegio composto da Antonino La Malfa, Lucia Odello e Luigi Argan. Saranno i giudici a decidere se ammettere o meno la procedura. Poi, la parola passerebbe ai creditori. Il responso dovrebbe arrivare entro luglio.

Da piazzale Clodio, i chiarimenti sono stati giudicati sufficienti, anche se alcuni passaggi del piano continuano ad essere considerati aleatori. La decisione dei magistrati si basa su un ragionamento complessivo: l’ipotesi concordataria è stata ritenuta l’unica in grado di garantire, almeno in parte, il saldo dei debiti. I pm hanno considerato tre fattori: stima aziendale, redditività e soddisfazione dei creditori. Sulla decisione dei magistrati ha pesato molto lo studio degli scenari alternativi alla procedura di salvataggio. Dalle verifiche è emerso che un eventuale fallimento di Atac rappresenterebbe lo scenario peggiore. Tradotto: la continuità aziendale va preferita anche ad un’ipotetica amministrazione controllata. Dal Campidoglio trapela soddisfazione mista a cautela: «Siamo fiduciosi, ma aspettiamo la pronuncia finale», commenta il presidente della commissione Trasporti Enrico Stefano.

I PILASTRI
Tra le integrazioni, i chiarimenti in merito all’acquisto di nuovi mezzi e sull’ipotesi di manutenzione straordinaria su circa 900 bus. Uno dei punti più criticati dalla procura - che era arrivata a definire il passaggio «non conforme a legge» - erano i pagamenti destinati al Comune. Nel nuovo piano, i crediti vantati dal Campidoglio sono stati postergati: verranno pagati per ultimi. Sono state rifatte e rimpolpate - tra perplessità e carenze - le perizie su veicoli e immobili aziendali. Da Atac sono arrivati chiarimenti più o meno concreti su tutti i capisaldi del progetto: dall’incremento quantitativo dell’offerta chilometrica all’aumento della qualità del servizio, fino a quello dei ricavi da traffico, sanzioni, pubblicità e locazioni. Una delle integrazioni più concrete riguarda la trasformazione digitale dell’azienda. Chiarimenti sufficienti anche sulle modalità di incremento della bigliettazione. E ancora: Atac punta a combattere l’assenteismo, bloccare il turnover, introdurre logiche di premialità dei dipendenti. Previsti anche aumenti di tariffazione e nuovi parcheggi a pagamento.

GLI SCENARI
Sono state fondamentali le valutazioni in prospettiva sulla redditività dell’azienda. Anche perché Atac svolge un servizio essenziale tra stima di redditività e soddisfazione dei creditori. Incertezze che connoterebbero le prospettive di liquidazione e amministrazione straordinaria. Non c’è quindi stata solamente una comparazione di numeri. «La continuità aziendale consente di conservare i flussi dell’operatività e realizzare un margine operativo lordo e un utile netto positivo dal 2019, a beneficio dei creditori - si legge nell’atto - consente anche la prosecuzione delle forniture e il generare valore anche per i fornitori e creditori della società con tempi di pagamento in linea col mercato». Tra gli altri vantaggi, vengono elencati: «Mantenere l’occupazione dei dipendenti e conservare inalterato il valore del patrimonio aziendale di Atac». 

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