Roma, smurano la cassaforte in Prati e portano via 200mila euro: colpo in casa di un avvocato e una notaia. Ladri passati dal terrazzo

Sono entrati nello studio adiacenti alla casa, poi hanno usato una smerigliatrice

Roma, smurano la cassaforte in Prati e portano via 200mila euro
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 29 Aprile 2024, 00:20

Domenica, ore 13.30: sul lungotevere delle Navi il solito traffico che attanaglia la strada dei giorni feriali è scomparso. E qui, al civico 20, nello studio di un notaio e di un avvocato, si consuma un maxi-furto da 200 mila euro. Nessuno sente nulla, nessuno vede nulla e non ci sono telecamere interne all’attività che possano tornare utili alla polizia. Ma una banda, probabilmente composta da più di due persone, si arrampica al primo piano e forzando una porta finestra del terrazzo entra nell’appartamento. Accanto al quale risiedono le vittime che, purtroppo, si accorgono di quanto accaduto a “razzia” completata.

La dinamica

Particolarmente ingegnoso il meccanismo che ha permesso alla banda di aprire la cassaforte.

Armati di una smerigliatrice i malviventi hanno smurato la parte dove questa si trovava riuscendo poi ad aprirla. Bottino? Per nulla irrilevante: il colpo alla fine peserà 50 mila euro in contanti ed altri 150 mila fra monili e gioielli d’oro e preziosi vari. Da dove erano entrati, poi, i malviventi sono fuggiti facendo perdere le proprie tracce. Molto probabilmente un complice li aspettava in strada, quasi certamente a bordo di un’auto e proprio l’assenza di traffico ha permesso loro di dileguarsi molto prima dell’arrivo delle volanti. Quando sul posto giunge la polizia, agli agenti non resta altro da fare se non raccogliere le testimonianze dei proprietari e aspettare la Scientifica per i rilievi. La speranza comune è che la banda abbia lasciato impronte di vario tipo anche se, considerate le modalità con cui sono entrati in azione, è difficile sperare di trovare impronte papillari. Potrebbero tornare utili invece le videocamere adiacenti al palazzo. Fino al tardo pomeriggio infatti sono proseguiti i sopralluoghi sull’intero lungotevere delle Navi. Dopo un’attenta analisi, oltre a quanto prelevato dalla cassaforte, la banda non ha portato via altro dallo studio legale e notarile. Né documenti né pratiche. Si presume che il colpo sia stato comunque studiato e per questo si stanno passando al setaccio i contatti dell’avvocato (civilista e amministrativista) e del notaio per capire ad esempio se un eventuale “basista” possa spuntare nel novero della clientela o dei dipendenti ed ex dipendenti dello studio. Solo l’8 aprile scorso all’Aurelio l’ultimo colpo da capogiro nella villa di un imprenditore sequestrato insieme alla famiglia. Una banda, presumibilmente dell’Est a ripercorrere le testimonianze delle vittime, entrò poco dopo l’ora di cena nella proprietà a volto coperto e portando via gioielli e denaro per non meno di 300 mila euro.

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