In una intervista al Messaggero, monsignor Erwin ha spiegato che lo scopo principale del sinodo è «individuare nuove strade per l’evangelizzazione di quella porzione del Popolo di Dio, specialmente degli indigeni».
Prevede aperture?
«Per quanto riguarda le nuove vie per l'evangelizzazione, uno degli argomenti che verranno trattati senz'altro sarà la vicenda delle comunità senza eucaristia. In Amazzonia, 70% delle comunità hanno accesso all'eucaristia tre o quattro volte all'anno. Il Vaticano II ha ribadito che nessuna comunità cristiana si edifica senza avere la sua radice o il suo centro nella celebrazione della eucaristia. In questo contesto, penso che si possa aprire un dibattito sulla esclusione di milioni di persone dalla messa domenicale per la carenza di sacerdoti. Ma non si tratta di discutere il celibato in se».
Però resta una opzione sul terreno...
«La scelta per il celibato è una decisione di un uomo ed una donna che decidono liberamente questo stato di vita. Il celibato ha un valore immenso quando è assunto volontariamente. Il punto è la celebrazione della messa che, secondo le attuali leggi della Chiesa, deve essere condotta solamente da un uomo celibe».
E' vero che lei ha chiesto a Papa Bergoglio di abolire il celibato?
«Mai ho chiesto al Papa un permesso speciale per ordinare uomini sposati. Durante l'udienza privata a me concessa da Papa Francesco il 4 aprile del 2014, ho di vntuali aperture fatto riferimento alla situazione delle comunità senza eucaristia. Il Papa mi ha detto che aspetta dai vescovi delle risposte coraggiose. E penso che il Sinodo per l'Amazzonia sarà un momento opportuno per presentare queste proposte coraggiose».
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