LA GIORNATA

Toti, interrogatorio finito: nessuna risposta al gip. Salvini: «Mi chiedo cosa accadrebbe ai pm se avessero microspie in ufficio»

Per i magistrati il governatore, ai domiciliari, avrebbe accettato da Aldo e Roberto Spinelli «le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro»

Toti arrestato, oggi il governatore davanti al giudice: non risponderà e valuterà il suo futuro politico

Giornalisti Liguria, impedito accesso al Tribunale

«Oggi è stato impedito ai giornalisti l'accesso al terzo piano del Tribunale di Genova in occasione dell'interrogatorio del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Poco prima dell'arrivo del presidente, misteriosi cartelli con su scritto «lavori in corso» sono comparsi al terzo piano del palazzo di giustizia dove era atteso Toti. Come se non bastasse, i giornalisti sono stati fatti allontanare anche dal nono piano del Tribunale di Genova senza alcuna spiegazione. Si tratta di un fatto gravissimo». Lo scrivono in una nota Matteo Dell'Antico (segretario Associazione Ligure dei Giornalisti), Tommaso Fregatti (presidente Gruppo Cronisti Liguri) e Filippo Paganini (presidente Ordine dei Giornalisti della Liguria). «Nessuno può impedire ai giornalisti di fare il proprio lavoro. Devono essere garantiti sempre, a maggiore ragione su fatti così rilevanti, il diritto di cronaca e la libertà di stampa - conclude la nota - che non posso andare a intermittenza in base ai soggetti coinvolti».

Pd Liguria, «Toti si dimetta subito, basta disastri»

«Non potendo presentare la sfiducia al presidente Toti in Consiglio regionale, martedì prossimo, perchè è sospeso dalla carica, faremo comunque pressioni politiche chiedendo spiegazioni su quanto sta accadendo. Già oggi però torniamo a chiedere che Toti si dimetta alla luce di quello che sta accadendo. Basta disastri che mettono a rischio la nostra Liguria». Lo ha detto all'ANSA il segretario ligure del Partito Democratico Davide Natale. 

Salvini, «Mi chiedo cosa accadrebbe a pm se avessero microspie in ufficio»

«La magistratura faccia quello che deve fare, ma se ogni indagato si dimette l'Italia si ferma domani. Io vorrei sapere se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato per quanto tempo continuerebbe a fare il magistrato». Così il ministro delle Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini, a margine dell'incontro 'L'Italia dei si' alla Reggia di Venaria, a Torino, parlando dell'indagine che coinvolge il presidente della Liguria, Giovanni Toti. Dimissioni di Toti? «Se condannato in via definitiva per carità di Dio, ma non basta una indagine per far dimettere qualcuno».

Salvini, «Dimissioni Toti? Forse per Conte vale un altro codice»

«In Italia si è innocenti fino a prova contraria: non so se per l'avvocato Conte valga un altro codice civile o penale. Siccome la giustizia italiana ogni anno ahimè arresta mille cittadini che poi si rivelano innocenti, mi auguro che la Regione Liguria continui a correre, perché Genova e la Liguria negli ultimi anni, dal crollo del ponte Morandi e dalla sua ricostruzione, sono stati un esempio di efficienza, velocità e trasparenza». Così il leader della Lega Matteo Salvini alla Reggia di Venaria, nel Torinese, alla richiesta di commentare le parole del leader M5s Giuseppe Conte ieri sera a Torino, che aveva detto: «Toti non si è dimesso, ma è sempre in tempo». 

Salvini, Toti? Se ogni indagato si dimette l'Italia si ferma

«La magistratura faccia quello che deve fare, ma se ogni indagato si dimette l'Italia si ferma domani». Così il vicepremier Matteo Salvini alla Reggia di Venaria, nel Torinese, risponde a chi gli chiede della vicenda giudiziaria che ha portato agli arresti domiciliari del governatore della Liguria Giovanni Toti. «Vorrei sapere - ha aggiunto il leader leghista - se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato, per quanto tempo continuerebbe a fare il magistrato».

Legale Toti, chiederemo la revoca dei domiciliari

«Chiederemo la prossima settimana di farci interrogare.

Al momento stiamo leggendo tutte le carte». Lo ha detto l'avvocato Stefano Savi dopo l'interrogatorio di Giovanni Toti. «Dopo - ha concluso - chiederemo la revoca dei domiciliari».

Finito l'interrogatorio, Toti non risponde a gip

E’ durato una manciata di minuti l’interrogatorio di garanzia, davanti al gip di Genova Paola Faggioni, del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti arrestato (domiciliari), martedì scorso, per corruzione in un'inchiesta della procura. Al momento ciò che è noto è che, assistito dall’avvocato Stefano Savi, non ha risposto alle domande del gip, ma non è ancora chiaro se ha rilasciato brevi dichiarazioni spontanee.

Toti al palazzo di giustizia per l'interrogatorio

Il governatore Giovanni Toti è arrivato a Palazzo di Giustizia di Genova per l'interrogatorio di garanzia. Toti, a bordo di due auto scure, è stato fatto passare dal parcheggio sottostante il palazzo. All'interno, il corridoio di sinistra su cui si affacciano alcune aule è stato transennato e sono stati apposti i cartelli con scritto «dalle 13 accesso vietato per lavori».

Toti oggi parla, l'inchiesta e le accuse

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti arrestato martedì scorso per corruzione in un'inchiesta della procura di Genova comparirà nel primo pomeriggio davanti al gip Paola Faggioni per l'interrogatorio di garanzia. Per i magistrati il governatore, ai domiciliari, avrebbe accettato da Aldo e Roberto Spinelli «le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro» e in cambio si sarebbe impegnato ad «agevolare» gli imprenditori per «trovare una soluzione» nella privatizzazione della spiaggia di Punta Dell'Olmo, per sbloccare l'iter di una pratica edilizia ferma negli uffici regionali e per «velocizzare e approvare» alcune delibere portuali a loro favore. Atteso (alle ore 14) al Palazzo di giustizia, Toti non parlerà come anticipato dal difensore Stefano Savi che sarà al suo fianco. «Abbiamo un fascicolo enorme da approfondire e lo abbiamo nelle nostre mani solo da ieri», spiega in un video diffuso dalla Regione. «Prima di prendere posizioni o dare spiegazioni dobbiamo approfondire la lettura degli atti per capire su che cosa, dove e come fornire spiegazioni». Risposte che il governatore è sicuro di poter dare rispetto ai bonifici arrivati da singoli e imprese al Comitato Giovanni Toti - Liguria. Soldi la cui tracciabilità, «sia in entrata che in uscita, è totale» e che «sono stati spesi tutti per necessità di tipo politico». Dunque, è la tesi difensiva, «Non c'è stata nessuna anomalia nella spesa, né a titolo personale, né a nessun altro titolo». Il terremoto politico provocato dall'inchiesta impone una riflessione e il governatore - sospeso dalle sue funzioni - sta ragionando sul futuro. Valutazioni «che non possono prescindere anche da un confronto che potrà essere fatto con condizioni diverse da quelle attuali, con tutte le persone che con lui hanno lavorato fino ad oggi e con i partiti che fanno parte della sua maggioranza». L'obiettivo ora è la revoca dei domiciliari. Intanto, la linea del silenzio inaugurata ieri da Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, detenuto a Marassi potrebbe essere seguita anche dal capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani e da Aldo Spinelli, entrambi ai domiciliari, i cui interrogati di garanzia sono previsti sabato mattina sempre in procura. Lunedì e martedì prossimo, invece, davanti al gip compariranno gli altri destinatari delle misure cautelari "minori".

Inchiesta su Giovanni Toti, oggi il presidente della Regione Liguria compare davanti al gip.

Toti apre alle dimissioni, Crosetto: «Con questa logica si arrestano anche le toghe»

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