Ciò vuol dire che, ogni giorno, per un corso non fatto o una precauzione non presa, rischiano la vita oltre 28mila operai pontini in circa 10 mila aziende. Questa percentuale risente tuttavia di una situazione significativamente più critica nei comuni meridionali della provincia dove operano un gran numero di imprese con sede in Campania regione in cui, statistiche alla mano, l’attenzione a questi temi risulta tra le più basse d’Italia. «Rispetto alle città del nord, che negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante per quanto riguarda i temi della prevenzione e della formazione professionale – spiega Gabriele Tullio – nel sud pontino esistono ancora delle situazioni di irregolarità particolarmente preoccupanti. Al problema delle ditte campane, meno sensibili rispetto a quelle laziali per quanto riguarda i temi della sicurezza e della prevenzione, si aggiunge infatti la questione irrisolta della manodopera straniera».
Molti lavoratori, oltre ad essere difficili da individuare in quanto irregolari, non conoscono bene la lingua ma vengono ugualmente impiegati per mansioni potenzialmente pericolose con macchinari che, se non utilizzati con l’adeguato bagaglio di conoscenze, possono causare danni irreparabili. È anche per questo motivo se l’Uai, dopo aver dato vita ad una massiccia campagna informativa e di formazione nel capoluogo e nei comuni limitrofi, si sta concentrando nel sud pontino. Il convegno in programma il prossimo venerdì 23 settembre (dalle 17:00 alle 21.00) presso il Castello Caetani di Fondi si inserisce proprio in questo contesto. Negli ultimi 10 anni, gli infortuni sul lavoro denunciati, sia lievi che mortali, sono drasticamente calati (circa il 25%) in tutto il territorio regionale ma ciò non vuol dire che non ci siano delle aree, come appunto il sud pontino, considerate più critiche.
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