Un esame psichiatrico per verificare se fosse omosessuale. Un agente scelto di polizia penitenziaria ha presentato ricorso al Tar del Piemonte, ottenendo un indennizzo di 10mila euro per «danno morale». La somma è stata messa in carico al ministero della giustizia. I test erano stati ordinati dopo una segnalazione, risultata falsa, di due detenuti nel carcere dove l'agente prestava servizio. Il Tar nella sentenza rileva che fu messa in dubbio l'idoneità al lavoro del poliziotto «veicolando l'idea per cui l'omosessualità attribuitagli potesse essere un disturbo della personalità».
L'amministrazione ordinò il test per «fare chiarezza» sulla personalità dell'agente ma secondo il Tar del Piemonte la decisione fu «arbitraria e priva di fondamento giuridico oltreché tecnico-scientifico».
Scalfarotto: «Segno di omofobia strisciante»
«Un Paese dove una pubblica amministrazione costringe un dipendente a un test per verificarne l'orientamento sessuale illustra meglio di mille trattati l'idea strisciante, e assai più diffusa di quel che si creda, che le persone gay e lesbiche non siano proprio come le altre, non propriamente degne come tutte le altre», ha detto il capogruppo di Italia viva-Il Centro-Renew Europe in Commissione Giustizia al Senato, Ivan Scalfarotto.