Pirate Bay, un anno di prigione
per i responsabili del sito di peer to peer

Ressa per "conquistare" copia del verdetto (foto Persson - Ap)
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Venerdì 17 Aprile 2009, 16:29
STOCCOLMA (17 aprile) - Un anno di prigione. E' la condanna inflitta dal tribunale di Stoccolma aquattro responsabili di Pirate Bay, uno dei maggiori siti di scambio di file via internet al mondo. L'accusa di complicità nella violazione di diritti d'autore.



Gli imputati. Il tribunale ha condannato Fredrik Neij, 30 anni, Gottfrid Svartholm, 24 anni e Peter Sunde, 30 anni, fondatori di Pirate Bay, e Carl Lundstr”m, 48 anni, accusato di avere investito nel sito. I quattro dovranno anche versare 30 milioni di corone (2,7 milioni di euro) di danni e interessi all'industria discografica, cinematografica e dei videogiochi, che reclamavano 117 milioni di corone a titolo di mancati guadagni. Il processo, durato tre settimane, è considerato come uno dei più importanti contro la pirateria informatica. 



«Verdetto folle». «Come in tutti i migliori film, gli eroi perdono all'inizio ma riescono alla fine, comunque, ad ottenere una vittoria epica. È l'unica cosa che Hollywood ci ha insegnato»: è questo il commento che appare sull'homepage di Pirate Bay. «Un verdetto folle», così lo definisce il sito. «In Svezia il processo è visto come una farsa», avevano detto un mese fa a Roma, in occasione della Festa dei Pirati, Magnus Eriksson e Johan Allgoth, co-fondatori di Piratbyran, un think-tank culturale svedese schierato in favore della pirateria, e dello stesso Pirate Bay.



Esperto: condanna inaccettabile. «È inaccettabile sanzionare penalmente la violazione del diritto d'autore, speriamo che questa sentenza non venga strumentalizzata per reprimere e limitare i cittadini onesti, con filtraggi di navigazione e controllo preventivo»: è questo il commento di Andrea Monti, avvocato, esperto di diritto d'autore e internet, sulla condanna, in Svezia, dei quattro responsabili del sito Pirate Bay. «Il copyright è una licenza, un contratto che si stipula tra il titolare dei diritti e l'utilizzatore dell'opera - spiega Monti -. In caso di violazione si dovrebbe essere condannati a pagare i danni e non ad andare in prigione. Se una persona non paga l'affitto lo sfrattano, non lo mandano in galera».



Fonografici: una buona notizia. La condanna è «una buona notizia per gli autori». Lo ha detto John Kennedy, amministratore delegato della Federazione internazionale dell'industria fonografica (Ifpi). «Il processo a Pirate Bay riguardava la difesa dei diritti degli autori, la conferma dell'illegalità del servizio e la creazione di condizioni corrette per i servizi di musica legali che rispettano i diritti», ha dichiarato Kennedy in una nota stampa.



Pirate Bay è un sito svedese che aiuta gli utenti a cercare e scaricare file di tipo BitTorrent, uno dei protocolli più popolari per trasferire contenuti come brani musicali, film e videogiochi. Fondato nel novembre del 2003 dai giovanissimi Fredrik Neij, Gottfrid Svartholm e Peter Sunde, il sito è tra i più usati al mondo per condividere contenuti, spesso coperti da copyright.