Il Comune non gli da una casa
ma lo sfratta da una baracca

Roberto vive in una baracca
di Nicoletta Gigli
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Sabato 25 Febbraio 2017, 19:17 - Ultimo aggiornamento: 19:22
Da settembre vive in una capanna. Per lui, che ha perso il lavoro e che abitava nel palazzo di piazza Dalmazia travolto da una gru, quella è la sua casa. L'ha sistemata con amore, ed ha pure trasformato la giungla che c'era in un gradevole orto curato e pulito. Ora che il Comune lo vuole sfrattare non sa più a che santo votarsi. Lui si chiama Roberto, ha 61 anni, è romano ma vive a Terni da tanti anni. Lavorava al canile, ora apre e chiude i bagni alla Passeggiata, un lavoro socialmente utile che gli fa entrare in tasca 200 euro al mese. Una vita tutta in salita la sua, che non aveva un'abitazione e neppure un reddito. Un giorno d'estate Roberto incrociò per caso Giovanni, un ex vigile del fuoco ternano che si prese a cuore il suo caso. E grazie a lui trovò un luogo dove mettere su casa. Siamo dietro alla questura, accanto all'area dell'ex lanificio Gruber. C'è un vecchio stabile che apparteneva a quelle che furono le gloriose officine. Una baracca nella quale ha vissuto per anni un altro disperato e che era libera. E' qui che Roberto si è stabilito, aiutato da alcuni residenti che lo conoscono e sanno le condizioni in cui è costretto a vivere. Questo stabile abbandonato è passato alla Regione e poi al Comune e per tanto tempo ci ha vissuto un'altra persona. Un posto che Roberto, con fatica e ostinazione, ha sistemato e occupato. Adesso l'amara sorpresa: un provvedimento di sgombero per il 61enne, che ora non sa quale sarà la sua sorte. Sa solo con certezza che i vigili urbani gli hanno detto che entro martedì questa baracca nella quale ha passato le gelide notti invernali, deve lasciarla. Senza se e senza ma.

«Sono venuti con i sacchi per portar via le mie cose - dice Roberto - ma si sono resi conto che ci sono cose di valore e hanno detto che torneranno tra 4 giorni. L'assistente sociale mi aveva detto di arrangiarmi e io l'ho fatto ma ora dove andrò?». Roberto mostra con orgoglio e grande dignità le sue cose, tutto sistemato con la cura di chi non è certo un balordo. «E' assurdo che non si riesca a trovare una soluzione - dice Giovanni, che abita in via Gruber e si è preso a cuore questo caso umano - accanto a me vivono tanti stranieri che non lavorano. Non che io sia razzista, ma quando vedi queste cose ti ci fanno diventare».
Roberto chiese aiuto a lui: «Mi hanno sfrattato non ho da dormire mi aiuti?» E Giovanni gli indicò quella baracca.
«Ha passato l'inverno qui - dice - gli porto da mangiare, è una persona perbene, non capisco a chi dia fastidio». Roberto, in fila per una casa popolare, ora ha paura: «Mi hanno detto che se non me ne vado rischio una denuncia che mi fa perdere posto in graduatoria. Una minaccia che non posso accettare».