PERUGIA - Aveva intascato quasi 18mila euro, ma è inciampato (per fortuna) sull'interdittiva antimafia. Sulla vicinanza al clan dei casalesi. Il titolare di una società, con sede legale in provincia di Perugia fino al dicembre 2019 e successivamente trasferitasi a Caserta, ha ottenuto contributi a fondo perduto previsti dai provvedimenti d’urgenza emanati dal Governo per fronteggiare l’emergenza legata al Covid 19, ma nei cui confronti era stato emesso un provvedimento interdittivo antimafia: per questo motivo militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Perugia hanno dato esecuzione, su delega della locale procura, ad un decreto di sequestro preventivo nei confronti dell’unico socio nonché amministratore della società, di origini campane, operante nel settore edile. Il contesto trae origine dagli accertamenti avviati, d’iniziativa, nei confronti dei soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita Iva, beneficiari dei contributi previsti dai provvedimenti d’urgenza emanati dal Governo.
In particolare, l’attenzione delle fiamme gialle si è incentrata sulla verifica dei requisiti, richiesti dalle disposizioni normative, per l’accesso alle provvidenze a fondo perduto, concesse ai sensi dell’articolo 25 del decreto legge «Rilancio» del 19 maggio 2020 e dai successivi decreti «Ristori» e «Ristori-bis».