L’Inter tira un sospiro di sollievo. Sono tutti negativi i tamponi effettuati nella giornata di domenica. Tranne un nuovo contagiato che, però, non è tra i giocatori e quindi non ha bloccato la partenza dei nazionali. Esclusi i quattro contagiati della rosa di Antonio Conte (si tratta di D’Ambrosio, Handanovic, de Vrij e Vecino) la squadra è già tornata ad allenarsi ad Appiano Gentile con lavori individuali di riattivazione. Certo, con le Federazioni è stato un braccio di ferro molto duro. Segnale che il calcio ai tempi della pandemia è anche (e soprattutto) una questione geopolitica. Le federazioni hanno fatto il pressing sull’Ats per avere a disposizione i propri giocatori per le gare di qualificazione mondiale. Però, gli atleti dovranno comunque rispettare la quarantena e fornire un domicilio. Si entra, dunque, nel campo del diritto internazionale e ogni paese applica le sue leggi. Con relativo caos per le partite. Quindi, Lukaku va con il Belgio, Brozovic e Perisic con la Croazia, Eriksen con la Danimarca (si aggregherà domani con la sua Nazionale), Skriniar con la Slovacchia, Hakimi con il Marocco e Radu con la Romania. Diverso, invece, il discorso per gli azzurri Barella, Bastoni e Sensi. Il via libera dell’Ats all’isolamento fiduciario fino al 31 marzo non riguarda gli italiani. Nelle prossime ore ci potrebbero essere sviluppi. Gli esempi, a riguardo, sono contrastanti. L’Asl di Firenze negò ai giocatori viola di aggregarsi, quella di Torino diede il via libera dopo due tamponi negativi.
LEWANDOWSKI
Il problema non è solo dell’Inter.