Stadio Roma a Pietralata, il club accelera: lavori entro gennaio 2025. «Pronto per il Centenario»

Dopo il via libera della giunta la Società punta a depositare il progetto definitivo entro fine anno. Per la gara d’appalto serviranno 120 giorni

Stadio Roma a Pietralata, il club accelera: lavori entro gennaio 2025. «Pronto per il Centenario»
di Fernando M. Magliaro
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Giovedì 11 Maggio 2023, 00:19

Sbrigarsi: entro dicembre bisogna depositare il progetto definitivo dello Stadio della As Roma di Pietralata. L’obiettivo dei Friedkin è aprirlo per giugno 2027, centenario della fondazione del club. E, quindi, di iniziare i cantieri per gennaio 2025. La As Roma e i suoi progettisti questo lo sanno: il giorno in cui la Giunta Gualtieri ha approvato il pubblico interesse, era l’inizio di febbraio scorso, i diversi team di ingegneri e architetti che si stanno occupando di tavole e disegni del nuovo impianto giallorosso hanno ricevuto l’ordine di accelerare nella lavorazione. 

L’obiettivo del centenario se l’è dato la Roma: lo aveva annunciato l’ex Ceo, Pietro Berardi, il giorno in cui la Giunta aveva approvato il pubblico interesse all’opera.

E, informalmente, la società lo ha ribadito anche l’altro ieri, non appena arrivato il voto del consiglio comunale sul pubblico interesse che chiude questa parte dell’iter. Per raggiungere questo obiettivo i tempi sono risicati: due anni di cantieri per avere stadio, due parchi e aree sportive, tre ponti ciclopedonali, parcheggi e strade - 536 milioni di euro il valore economico previsto - realizzati e tutti funzionanti. Per avere un margine minimo di qualche mese per imprevisti e probabilità, che a Roma non mancano mai, la prima pietra va messa a gennaio 2025.

Rimane, quindi, tutto il 2024 che sarà impiegato nelle attività che porteranno al cantiere. 
Si parte a stretto giro con il pubblico dibattito, innovazione procedimentale importata dal diritto francese, che dovrà essere completato in modo che entri nel progetto definitivo.

NUOVO VOTO

Poi c’è il nuovo voto: il consiglio comunale ha introdotto un nuovo voto: depositato il definitivo, gli uffici tecnici capitolini dovranno effettuare una specie di check list che, senza entrare nel merito specifico delle soluzioni progettuali adottate, dovrà verificare tutto ciò che sarà nei file depositati e che risponda alle prescrizioni impartite. A quel punto, i consiglieri comunali daranno il loro “visto si stampi” con un voto che, ratificando quanto fatto dagli uffici, deleghi il sindaco o un suo rappresentante ad andare in conferenza di servizi decisoria. 
Fatto tutto questo, il Comune trasmetterà l’intero dossier alla Regione Lazio. Nonostante sia stata completata una parte della devoluzione dei poteri in materia urbanistica dalla Regione al Comune, la Valutazione di Impatto ambientale è rimasta fra le competenze degli uffici di via Cristoforo Colombo. Quindi, il Campidoglio ha “appaltato” la gestione della conferenza di servizi decisoria alla Regione. Conferenza che è un organo esclusivamente tecnico: né la Giunta e né, tantomeno, i consiglieri regionali avranno voce in capitolo: niente voti alla Pisana, insomma. 

 

CONFERENZA DECISORIA

La conferenza avrà 90 giorni di tempo per esaminare il progetto: non ci saranno vere e proprie riunioni in presenza ma solo lo scambio telematico di documenti, istanze e decisioni fra tutte le amministrazioni coinvolte. Il verbale finale, pubblicato sia sul sito istituzionale del Campidoglio che nel Bollettino ufficiale della Regione Lazio, concluderà l’iter di approvazione. Se il parere fosse negativo, la legge consente alla Roma di ripresentare una nuova domanda, tenendo conto dei rilievi della conferenza decisoria, facendo ripartire il nuovo iter da quest’ultimo step. 
Ultimo passaggio: trattandosi di opera su suolo pubblico, sarà necessaria una gara d’appalto che porterà via 120 giorni di tempo. 

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