I vigili urbani di piantone a Palazzo Senatorio la chiamano ancora «sindaca», ma Virginia Raggi potrebbe strappare i galloni di «presidente». Certo, rispetto al peso della fascia tricolore, il nuovo incarico in vista è molto più leggerino, anche se su un tema di rilievo, ma da qualcosa bisogna pur ripartire. Nel Movimento, o almeno quel che ne resta nella pattuglia, piuttosto ridimensionata, sopravvissuta alla tornata elettorale di ottobre, la vogliono tutti al vertice della commissione speciale Expo, che il sindaco Gualtieri ha deciso di affidare alle opposizioni, insieme all’altra commissione gemella sul Giubileo. Sarà un organismo più di controllo che di gestione, perché naturalmente il grosso dei dossier passerà per altri uffici. «Ma Virginia è la candidata naturale - ragiona un fedelissimo come Paolo Ferrara, appena designato vicepresidente dell’Assemblea capitolina in quota M5S - si è spesa tanto per la candidatura di Roma, ha il profilo giusto per quella commissione. Credo proprio che toccherà a lei». Anche Linda Meleo, neo-capogruppo del M5S in Aula Giulio Cesare, ricorda che «la sindaca» (pure lei la chiama ancora così) «ha lavorato tanto per ottenerne la candidatura».
Roma, la nuova giunta. Un tecnico per le buche: Gualtieri si tiene il Pnrr
Non sono solo tifoserie grilline.
L’altra commissione che spetta alle opposizioni è la Trasparenza, organo di vigilanza sull’amministrazione per eccellenza, ma anche palcoscenico dalla visibilità politica niente male, perché chi la presiede ha il potere di convocare assessori e grand commis delle partecipate, perfino il sindaco. E in più, ha un potere quasi ispettivo nei confronti degli atti sfornati dalla giunta e dalla maggioranza in Aula. Questa postazione, secondo lo schema che si diceva, dovrebbe essere affidata a Fratelli d’Italia. Si profila un derby tra Rachele Mussolini, la nipote del Duce che può far pesare le sue 8.264 preferenze (è stata la più votata di tutti i consiglieri) e Andrea De Priamo, ex capogruppo dei meloniani nei 5 anni di opposizione a Raggi, consigliere di grande esperienza, che conosce i dossier scottanti del Campidoglio come pochi. Potrebbe entrare in gara anche Federico Rocca, molto vicino a Meloni, approdato in Assemblea in extremis dopo la rinuncia di Michetti.
LA DISCUSSIONE
Non è ancora chiarissimo, invece, chi presiederà l’altra commissione speciale, quella sul Giubileo. In teoria spetta ai calendiani (i consiglieri di Azione o i renziani di Iv), ma dopo il patto tra M5S e la destra sulle vicepresidenze dell’Aula, nel gruppo dell’ex ministro qualcuno si lamentava: se fate così, tenetevi tutto. Ma lo stesso Calenda poi ha chiarito: «Il Giubileo? Ci interessa». Ci sarà anche una commissione sul Pnrr, ma toccherà alla maggioranza.