Seguirà la fase operativa con la realizzazione dello scavo archeologico in cui saranno effettuate le indagini stratigrafiche, la numeratura e schedatura dei reperti, il rilevamento e la documentazione grafica e fotografica dei ritrovamenti e la esecuzione degli interventi di primo restauro su murature e materiali.
Grazie al significativo apporto danese, al termine dello scavo sarà possibile apprezzare nella sua interezza il primo dei cinque Fori di età imperiale. Le parti già visibili - i lati occidentale e meridionale occupati dai portici, e un ampio tratto di quello corto settentrionale, al cui centro rimangono i resti del Tempio di Venere Genitrice con le tre colonne della peristasi rimontate nel 1933 - saranno integrati dal fianco oggi invisibile del tempio e dall'intero portico orientale della piazza, attualmente sepolto sotto la sede stradale di via dei Fori Imperiali e sotto i marciapiedi e le aiuole che la fiancheggiano e che nascondono le connessioni e i passaggi verso gli altri due fori contigui, di Augusto e di Traiano. Lo scavo, finalizzato alla rimessa in luce e alla valorizzazione dell'area ancora sconosciuta del Foro di Cesare posta al di sotto di via dei Fori Imperiali, si innesta in un percorso di risistemazione dell'area promosso dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in accordo con il Parco Archeologico del Colosseo, e costituisce la prima tappa di un più articolato e complessivo disegno che mira alla creazione di un rapporto armonico tra l'antico e la città moderna, restituendo in tal modo leggibilità e continuità al racconto storico di cui la Roma contemporanea è il risultato.
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