esantemente sotto organico - 5mila agenti invece dei 9mila previsti - i vigili urbani di Roma non controllano più i campi rom. Sin dall'epoca di Rutelli e Veltroni, con i villaggi della solidarietà, come venivano chiamati gli insediamenti, per poi passare a Alemanno e Marino, al corpo è stato assegnato, fra i compiti cosiddetti «di istituto» il controllo sulle residenze effettive dentro i campi e quello sui veicoli in entrata e in uscita. Da oltre un anno e mezzo, invece, di tutte queste cose si sono perse le tracce. Sostanzialmente da quando è andato in pensione Antonio Di Maggio: la brevissima parentesi di comando affidata a Paolo Gerometta e Stefano Napoli è stata rapidamente archiviata con l'arrivo di Ugo Angeloni, proveniente dalle fila della polizia di Stato, alla guida del comando generale di via della Consolazione. La riorganizzazione del corpo con lo smantellamento del Gruppo speciale Pronto intervento Centro storico (i Pics), oggi ridotto a 25 unità, e il dirottamento degli 83 uomini in servizio presso il Gruppo Sicurezza Pubblica ed emergenziale, ha dato la mazzata finale ai controlli nei campi.
Così, ad esempio, quando la domenica all'alba, dietro viale Palmiro Togliatti, si forma il mercato abusivo della merce rubata o frutto di rovistaggio nei cassonetti, non solo mancano i controlli sul posto da parte dei pizzardoni, ma resta anche il dubbio circa l'attività dei presidi davanti ai campi rom.
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LA MAPPA
Il problema del controllo nei campi rom non riguarda solo quelli più grandi, come Castel Romano, ma anche i micro campi, quelli nascosti nelle pieghe della città: sotto la Tangenziale est; nell'area della Togliatti; sulla Colombo all'altezza dell'incrocio con viale Marconi; sulla Tiburtina nei pressi della stazione; sulle sponde del Tevere praticamente da Castel Giubileo a Ponte Marconi se non anche oltre; alla collina di Monte Mario. Non c'è area verde che possa offrire un po' di riparo e che non divenga un ritrovo dei nomadi. Il rogo di pochi giorni fa su viale Palmiro Togliatti, quello che ha coinvolto svariati sfasciacarrozze, sembra essere partito da uno di questi piccoli insediamenti abusivi: forse il classico fuoco necessario a sciogliere la plastica per ricavare rame.