Villa Torlonia, chiude il bunker di Mussolini aperto 2 anni fa: il Comune interrompe le visite

Villa Torlonia, chiude il bunker di Mussolini aperto 2 anni fa: il Comune interrompe le visite
di Laura Larcan
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Martedì 25 Ottobre 2016, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 21:51

Si chiudono le porte blindate del bunker del duce di Villa Torlonia. Fino a data da destinarsi. Due anni fa si era preso la sua rivincita dopo stagioni di abbandono e di oblio istituzionale, che l'avevano ridotto allo spettro di un monumento della memoria, quando invece è considerato dagli studiosi «il più bello di Roma e d'Italia sotto il profilo storico e ingegneristico».
Il 25 ottobre del 2014, infatti, il famoso rifugio antiaereo che Benito Mussolini aveva fatto realizzare nei sotterranei della sua residenza privata di famiglia nel parco sulla via Nomentana, apriva al grande pubblico. Un'operazione che in quelle ore aveva il sapore della scommessa. Con un bando pubblico la Sovrintendenza capitolina assegnava la gestione del bunker (con «interventi di indagini e valorizzazione») all'associazione culturale Centro ricerche speleo archeologiche Sotterranei di Roma. Operazione non semplice da un punto di vista burocratico. C'erano voluti i due anni precedenti, tra avviso, candidature, commissioni, selezioni, per arrivare a quel traguardo (2012-2014). Ma ora la burocrazia capitolina sembra spegnere un gioiello storico che era rinato a fatica. La convenzione firmata nel 2014 aveva valore biennale e la «scadenza naturale» coincide col 31 ottobre e non prevede nessun rinnovo. Ne' proroga. Tutto da rifare, dunque. Nuovo bando, nuova assegnazione. E chissà quanti mesi (se non anni) passeranno prima di rivederlo riaperto. Intanto, per celebrare la chiusura, Sotterranei di Roma offrirà sabato visite speciali al bunker al costo di 1 euro, su prenotazione. Ma perché non si è pensato ad una soluzione amministrativa praticabile per non interrompere bruscamente il servizio di visite guidate e attività didattica?

LE CRITICITÀ
Quello che sembra evidente è che il fattore tempo sia sfuggito di mano. A pesare, forse, lo stallo degli uffici comunali per l'avvicendamento elettorale. Forse anche la concomitanza con il pensionamento, lo scorso aprile, di Alberta Campitelli, direttrice di lungo corso delle Ville e parchi storici di Roma che aveva guidato con tenacia tutta l'operazione di valorizzazione del bunker. Eppure i successi della gestione del bunker museo di Mussolini (una complessa struttura blindata, costruita alla fine del 1942 sotto il piazzale antistante il Casino Nobile, ad una profondità di ben sei metri e una copertura in cemento armato) sono stati sotto gli occhi di tutti. Numeri alla mano, tra l'ottobre del 2014 e l'ottobre del 2016 sono stati registrati 12mila visitatori, con oltre 2500 studenti da tutta Italia. È stata persino organizzata una festa per la signora che ha staccato il biglietto numero 10mila.
Il percorso di visita tra documenti, foto inedite, arredi d'epoca e strutture originali restaurate, è stato riconosciuto sito di eccellenza da TripAdvisor, conquistando la ribalta come «primo bunker in Italia con visite sistematiche studiate ad hoc». L'apertura del bunker d'altra parte è stata un successo anche perché ha richiamato l'attenzione su Villa Torlonia, contribuendo a segnare una crescita nei dati di affluenza nel circuito dei musei comunali. Chiuderlo sembra riconsegnarlo ora all'oblio. A fare pendant alla Serra moresca dei Torlonia, altro gioiello interdetto da anni nonostante i restauri conclusi. Da martedì comincerà lo smontaggio di tutto l'allestimento. E lo storia torna nascosta sotto terra.