Roma, stupratore seriale arrestato: forse è l'uomo che ha violentato la clochard a Villa Borghese

Roma, stupratore seriale arrestato: forse è l'uomo che ha violentato la clochard a Villa Borghese
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
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Lunedì 9 Ottobre 2017, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 15:45

Prima le aggrediva, picchiandole e violentandole. Poi legava loro i polsi e a volte anche le caviglie per evitare che potessero fuggire e chiedere aiuto. È stato arrestato sabato sera, Cristi Popa, lo stupratore e rapinatore seriale che dallo scorso 20 settembre ha violentano almeno tre schiave del sesso in via Salaria, una delle principali consolari di accesso alla Capitale. Il giovane, un cittadino rumeno di 25 anni, potrebbe però essere colpevole di altri abusi. A partire dallo stupro di Villa Borghese, compiuto ai danni della clochard tedesca di 57 anni. È un'ipotesi che gli investigatori non escludono e che solo gli esami del dna potranno accertare.

IL MODUS OPERANDI
Quel modo di firmare le violenze legando e immobilizzando le vittime è un dettaglio che spinge gli investigatori della IV sezione della Squadra mobile di Roma a credere che il giovane sia il responsabile di altre aggressioni, rimaste finora senza un colpevole. E soprattutto è la riflessione degli inquirenti , il ragazzo potrebbe essere lo stesso stupratore che la notte tra il 17 e il 18 settembre scorsi, ha prima aggredito, picchiato e poi abusato di Anna (il nome è di fantasia), la senzatetto tedesca di 57 anni che dormiva da alcuni mesi dentro la conosciutissimo villa storica di Roma.

La donna fu soccorsa da un tassista che la trovò mentre vagava, in stato confusionale, nel parco seminuda e con i polsi legati dai lacci delle scarpe. Anche le ultime donne violentate sulla via Salaria sono state legate con dei lacci di scarpe. In un primo momento, per lo stupro di Villa Borghese, si era ipotizzato che ad aggredire la clochard fosse stato un cittadino polacco, anche lui senza fissa dimora, che dormiva in una zona del parco a ridosso del Cnel, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. Gli accertamenti e le indagini però compiute dagli inquirenti nelle scorse settimane hanno portato a scartare quest'ipotesi.

LA DINAMICA
Ora, a seguito degli ultimi abusi e di quel particolare modus operandi seguito dal giovane rumeno, gli investigatori ritengono più che verosimile il collegamento tra i diversi episodi di violenza. Il ragazzo, nato in Romania nel 1992, è stato fermato in una fabbrica abbandonata di Monterotondo, una piccola cittadina alle porte di Roma nord, dove da tempo risiedeva. Nel corso della perquisizione, sono stati rinvenuti e sequestrati i cellulari rapinati alle donne durante le violente aggressioni compiute sulla Salaria. Al giovane, che si trova ora agli arresti nel carcere di Regina Coeli con le accuse di sequestro di persona, violenza sessuale, rapina e lesioni, è stato prelevato dagli agenti della scientifica, tramite un tampone faringeo, il dna.

IL DNA
Ed è proprio su questo che gli inquirenti puntano a dimostrare il collegamento tra le violenze di via Salaria e lo stupro di Villa Borghese. Nei prossimi giorni, infatti, il dna dell'uomo sarà confrontato con quello rinvenuto negli indumenti (un paio di slip) della clochard tedesca che purtroppo non è mai riuscita a fornire un identikit puntuale dell'aggressore diversamente dalle schiave del sesso di via Salaria che non hanno avuto dubbi di fronte alla foto segnaletica mostrata della Mobile. Anna, invece, che è stata ricoverata per alcuni giorni all'ospedale Santo Spirito e che ha ricevuto assistenza da una casa famiglia di Roma Capitale, ha sempre dichiarato di non ricordare il volto di chi l'aveva violentata. «Ricordo la sua voce disse più volte la donna che era quella di un ragazzo giovane, parlava anche un po' l'italiano». Null'altro. Del resto, a Villa Borghese la donna fu aggredita intorno alla mezzanotte in una parte del parco poco illuminata e circondata dai cespugli dove spesso trovano riparo diversi clochard. Stava preparandosi il giaciglio per mettersi a dormire quando un uomo le si è avvicinato con la scusa di bere iniziando poi a picchiarla fino ad abusare di lei. Lasciandola stordita con i polsi legati da un paio di lacci usurati.

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