LE INDAGINI
Le indagini portano subito nella scuola e gli agenti scoprono che un ragazzo era diventato lo spacciatore di un maggiorenne pregiudicato, a sua volte spacciatore. Insomma, lo studente fa uso di droghe ed è questo che fa da collante tra i due. Lo straniero propone al ragazzino l'affare: «Prendi le chiavi di casa, io le copio e facciamo un furto facilissimo». L'adolescente accetta. E si fa aiutare da due compagni di scuola, tra cui una ragazzina. Tutto fila liscio. Le chiavi gettate dal finestrone, la corsa dello straniero a farne una copia, la vittima probabilmente distratta dai complici, il furto rapidissimo. Ma i ragazzi devono piazzare la merce: e invece di cercare acquirenti fuori zona, provano a vendere alcuni pezzi fuori dal Garibaldi.
LA SCOPERTA
Pochi giorni dopo il blitz subìto in casa il ragazzino, che non immaginava minimamente che gli autori del furto potessero essere suoi compagni, a fine lezione esce di classe e non crede ai suoi occhi: alcuni oggetti di casa sua erano nelle mani dei suoi (presunti) amichetti. Che stavano trattando il prezzo con altri ragazzini. Il dettaglio decisivo è il telefonino, che lui riconosce subito. Lì per lì non dice nulla, torna a casa e racconta tutto ai genitori. A questo punto la famiglia si rivolge al commissariato e scattano le indagini che in poche ore portano a tre ladri. L'attenzione ricade in particolare su uno di loro, dedito all'uso di sostanze stupefacenti. I tre crollano e ammettono il reato. Vengono indagati per concorso in furto e ricettazione. Adesso manca la vera mente del colpo. La polizia sta battendo diverse zone, tra Eur e Marconi, dove avvenivano gli scambi di droga. Non è escluso che sia l'inizio di una nuova, triste, moda adolescenziale. Le indagini potrebbero allargarsi.
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