Rocca di Papa, docce gelate ai bambini e vomito da mangiare: condannate tre suore. Una per abusi sessuali

Rocca di Papa, docce gelate ai bambini e vomito da mangiare: condannate tre suore. Una per abusi sessuali
di Eugenia Belvedere
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Giovedì 12 Gennaio 2017, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 15:01
Avevano instaurato un vero e proprio clima di terrore all'interno di una casa famiglia per minori di Rocca di Papa. Così tre suore originarie del Sud America sono state condannate dal tribunale di Velletri con le accuse di maltrattamenti. Amparo Pena Guardado, accusata anche di aver intrattenuto rapporti sessuali con un minore all'interno della struttura, è stata condannata a 5 anni e sei mesi di reclusione e al divieto di lavorare con minori per tutta la vita. La sorella gemella, Virginia Pena Guardado , è stata condannata invece a 2 anni di reclusione, mentre Lorena Nely Sorto Hendriquez a un anno e 11 mesi. Le ultime due religiose, come previsto dalla legge, godranno della sospensione della pena detentiva.

LA RICOSTRUZIONE
Una decisione che, almeno per i giudici di primo grado, conferma la ricostruzione fornita dalla procura secondo la quale, i bambini ospitati dalla struttura gestita dalle suore carmelitane, in via Lucatelli a Rocca di Papa, hanno, nel corso del tempo, subito maltrattamenti ed angherie da parte delle tre suore sud americane. Secondo la denuncia sporta dalla madre di due dei piccoli alloggiati nella casa famiglia, la signora S. D., le suore costringevano i piccoli a rimangiare il loro vomito o a subire punizioni corporali. Ma sarebbero anche altre le vessazioni emerse durante le indagini preliminari del gip Giuseppe Patrone che hanno portato al rinvio a giudizio delle tre suore. Oltre ad essere mal vestiti e costretti a ripulire la struttura ogni mattina prima di andare a scuola, secondo i testimoni erano tante le situazioni di disagio dei piccoli. Uno di loro sarebbe stato costretto a dormire senza coperta nonostante il freddo perchè, sottratto alla madre, si faceva la pipì addosso di notte e le suore non gradivano di dover rilavare ogni volta le coperte.
Erika Iannucci, l'avvocato di parte civile che rappresentava la signora D., nella discussione finale ha ricordato: «La mia assistita ha sporto denuncia nel 2007, nel 2009 e nel 2011 a queste poi si aggiunte le denunce della signora Sorrenti, madre di altri due minori alloggiati nella struttura e quella di una psicologa. E in tutto questo tempo le tre suore sono rimaste nella casa famiglia così che i maltrattamenti sono continuati. Abbiamo inoltre ascoltato il racconto di Alex, oggi maggiorenne e detenuto per furto d'auto, che raccontava di come negli anni abbia subito le attenzioni sessuali da parte di suor Amparo».

L'AMAREZZA
Chiedendo la massima pena prevista dalla legge l'avvocato ha concluso ricordando l'episodio di un bambino affetto da tetraparesi spastica che giaceva nella pipì in un corridoio. Per l'avvocato difensore delle religiose, il legale Giovanni Coppola, si è trattato di un vero e proprio accanimento contro le tre suore: «In cinque anni di indagini, di fronte ad accuse così gravi, la procura non ha autorizzato nessuna intercettazione». Oggi che la casa famiglia è stata chiusa e i bambini trasferiti, o in alcuni casi, riaffidati alle famiglie, la madre di due minori S. D. non nasconde l'amarezza: «Sono soddisfatta che la struttura sia chiusa ma i miei figli sono seguiti da due psicologici per i danni subiti, niente potrà riparare a questo».