Roma, la Capitale degli invisibili assediata da 260 baraccopoli: dal Tevere a Monte Mario la mappa del degrado

Roma, la Capitale degli invisibili assediata da 260 baraccopoli: dal Tevere a Monte Mario la mappa del degrado
di Laura Bogliolo
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Sabato 22 Ottobre 2016, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 09:34

Sbuffa e si gonfia, sotto il rombo di ponti, rampe e piazze. Cresce a dismisura il mostro prepotente chiamato favelas: una metropoli abusiva scomposta e sguaiata, una città invisibile, ma parallela a quella regolare. Traccia una mappa di non luoghi, buchi neri e degrado. Si scorge tra il verde selvaggio, abbandonato dopo il collasso del Servizio Giardini per Mafia Capitale (ma ormai sono passati due anni), sotto i ponti ignorati di quel Tevere che sembra darci le spalle, in segno di sdegno, mentre scorre verso il mare. Le baraccopoli degli invisibili (oltre 260) mangiano avide le periferie, ma anche il centro. I vigili sgomberano, ma spesso dopo poco gli accampamenti tornano e sfiorano ogni giorno le vite dei romani. Il Messaggero ha deciso di essere vicino ai lettori anche in questa battaglia dando la possibilità di segnalare la favela sotto casa. Scriveteci alla mail degrado@ilmessaggero.it: racconteremo, insieme a voi, la città degli invisibili, che non si vede, ma si sente con i roghi tossici, gli ammassi di rifiuti, il degrado che chiama altro degrado.

DEGRADO
Secondo i dati elaborati dalla Polizia Locale di Roma Capitale sono 264 gli accampamenti abusivi. Il gruppo Sicurezza Pubblica ed Emergenziale coordinato dal comandante Antonio Di Maggio lo sa bene. I caschi bianchi sono intervenuti più volte con gli sgomberi: tonnellate di immondizia portate via. Ma spesso, dopo poco, nonostante gli sforzi, le favelas, si ricreano, sotto i nostri occhi. E per questo chiediamo di segnalare quei ritrovi di fortuna che rinascono immancabilmente, vicino casa, uffici e strade.
Tra i territori, è il XV municipio quello in testa alla classifica con 43 accampamenti: vicino alla stazione di Labaro, in via della Giustiniana, in via di Tor di Quinto, sotto la rampa della Tangenziale, a Prima Porta in via Frassineto. Si arriva a 40 nel XIV (zona Pineta Sacchetti, vicino alla stazione Ottavia e accanto al parco di Santa Maria della Pietà). Nel V municipio sono 23: le presenze maggiori a Centocelle e a Torre Spaccata. Stesso numero nei municipi IX, V e IV. Ma non si salva neanche il I, quello del Centro: 13 le favelas, soprattutto sul lungotevere.

HORROR TOUR
Passeggiando sotto il cielo capitolino si pedala sulla banchina del Tevere e ci si ferma a guardare quei giacigli sotto Ponte Sublicio, a pochi passi dal Campidoglio, dalla Bocca della Verità. Ma l'indignazione sale quando si pensa ad alcuni fatti di cronaca, come l'omicidio di Bau Salomon, studente americano di 19 anni ucciso sotto Ponte Garibaldi. Restiamo in centro, perché anche intorno alla Cittadella Giudiziaria ci sono baracche e materassi nella boscaglia a ridosso di viale Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la strada che si percorrere per raggiungere piazzale Clodio. E, anche qui, è la cronaca che ritorna prepotentemente alla ribalta: in un parco poco distante da qui venne stuprata, a giugno scorso, una quindicenne. I non luoghi spesso sono conosciuti: via Tiburtina (sotto la rampa perla Tangenziale, o a ridosso del cimitero Verano) o viale Palmiro Togliatti, angolo via dei Romanisti, dove c'è la cosiddetta «fossa». Risaliamo il Raccordo: via Flaminia, vicino alla stazione Grottarossa e il deposito dell'Atac: sotto le rampe pannelli di legno e stracci. Il viaggio continua.